Archivi

Geni neanderthaliani anche nelle popolazioni africane.

geni

Due per cento: è questa, approssimativamente, la percentuale di geni neanderthaliani che, secondo gli studi, sono presenti nel genoma delle attuali popolazioni europee, americane e asiatiche a causa dei ripetuti incroci tra Homo sapiens e Homo neanderthalensis avvenuti dopo la migrazione dei nostri antenati dall’Africa.
Ma questa non è la fine della storia: un nuovo studio, pubblicato sulla rivista “Cell” da Josha Ackey e colleghi della Princeton University rivela infatti che ci sono tracce di un’ascendenza neanderthaliana anche nel DNA delle attuali popolazioni africane. A lasciarle, tuttavia, non sarebbero stati direttamente i nostri cugini estinti, ma una popolazione di H. sapiens rientrata in Africa dall’Europa.
I ricercatori hanno usato un nuovo metodo di analisi genomica denominato IBDmix, basato sul principio che sequenze geniche identiche in due diversi individui indichino una loro comune ascendenza. Inoltre, quanto più sono lunghe le sequenze condivise tanto più è recente l’antenato comune. Ackey e colleghi hanno applicato questo metodo ai genomi di più di 2500 individui raccolti nel 1000 Genomes Project, confrontando poi i risultati con un genoma neanderthaliano di riferimento.
Sono quindi riusciti a distinguere le sequenze del DNA degli esseri umani moderni simili a quelle dei Neanderthal a causa di un antenato comune risalente a circa 500.000 anni fa da quelle simili, sempre tra la nostra specie e quella neanderthaliana, a causa di incroci ben più recenti, risalenti a circa 50.000 anni fa. È così emersa per la prima volta l’ascendenza neanderthaliana nel genoma africano: si tratta di una quota di geni pari allo 0,3 per cento, più del 94 per cento dei quali, in media, è condiviso con le popolazioni non africane.
La scoperta ha permesso di formulare un modello plausibile dei flussi di geni e dei relativi incroci tra le diverse specie umane nel corso dell’evoluzione. I dati mostrano, in primo luogo, che i geni neanderthaliani non sono entrati nel genoma delle popolazioni africane per incroci diretti, ma in seguito a migrazioni di popolazioni di antichi europei “ritornati” in Africa portando con sé le tracce di incroci con i Neanderthal.
In secondo luogo, confrontando i dati delle simulazioni della storia umana con i dati di persone in carne e ossa, i ricercatori hanno rilevato la presenza di un flusso genico da esseri umani moderni a Neanderthal. Questo flusso avrebbe coinvolto un primo gruppo di umani che si è disperso fuori dall’Africa, e sarebbe avvenuto almeno 100.000 anni fa – prima della migrazione cosiddetta Out of Africa responsabile della moderna colonizzazione umana dell’Europa e dell’Asia e prima degli incroci che introdussero il DNA di Neanderthal negli esseri umani moderni.
La scoperta conferma dunque che gli incroci tra esseri umani e specie strettamente imparentate sono stati un evento ricorrente della nostra storia evolutiva.
“Sono colpito dal fatto che spesso pensiamo alla storia umana in termini molto semplici”, ha spiegato Ackey. “Per esempio, spesso immaginiamo che si sia verificato un solo evento Out of Africa tra 60.000 e 80.000 anni fa che ha portato al popolamento del mondo, mentre i nostri risultati mostrano che ci sono state diverse ondate migratorie dall’Africa, alcune delle quali hanno portato alla mescolanza tra esseri umani moderni e neanderthaliani che vediamo oggi nei genomi di tutti gli individui viventi”.

Fonte: www.lescienze.it, 30 gen 2020

Segnala la tua notizia