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EGITTO. Il palazzo di Ramses III a Medinet Habu: i quartieri femminili.

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Talvolta i complessi templari del Nuovo Regno avevano un appartamento nel quale il Sovrano poteva soggiornare quando doveva adempiere ai suoi doveri religiosi; esso riproduceva in forma semplificata le strutture principali di un palazzo residenziale ed includeva anche stanze per le donne della corte reale.
ramsesIl “secondo palazzo” di Ramses III a Medinet Habu doveva appartenere a questa categoria di edifici: esso deriva la sua denominazione dal fatto che sorgeva sull’area precedentemente occupata dal “primo palazzo”, che il re decise di ampliare quando fece costruire la grande cinta muraria e l’ingresso fortificato.
Esso sorgeva all’interno del muro ma all’esterno del tempio, nello spazio libero tra il primo e il secondo pilone, aveva pianta quadrata ed era realizzato in mattoni crudi, come tutti gli edifici residenziali dell’epoca, salvo la facciata, che era in pietra in quanto costituiva anche una delle pareti esterne del primo cortile del tempio, che richiedeva un materiale più pregiato e duraturo.
Una serie di aperture che avevano sede sulla facciata lo collegavano al primo cortile del tempio; la facciata ospitava anche una “finestra delle apparizioni” che si affacciava su di un peristilio, dalla quale gli ospiti del palazzo potevano assistere alle rappresentazioni di canti e danze che si svolgevano nel cortile del tempio.
La struttura aveva numerose stanze piuttosto piccole, in parte destinate ad uso pubblico, altre invece private del Faraone o delle sue donne; la più importante di esse era la sala del trono il cui soffitto era retto da sei colonne (delle quali sopravvivono solo le basi circolari), e che presentava un podio di alabastro con approccio a gradini (stanza C).
ramsesSul fondo di questa stanza si apriva un vestibolo (H) che dava ingresso all’appartamento reale, costituito da un’anticamera con due colonne ed un podio per il trono (stanza F), da una camera dotata di un podio dove veniva collocato il letto (stanza G) e sulla destra del vestibolo da un bagno e da un’altra piccola stanza ad esso attigua.
Sempre dal fondo della sala si aveva accesso all’”harem”, o meglio ai quartieri destinati alle donne più vicine al Faraone (appartamenti M), collocati all’estremità sud dell’area, separati dal palazzo reale (in realtà alcuni studiosi hanno ipotizzato che fossero abitati dallo stesso gruppo di donne che aveva a disposizione le stanze nel migdol); essi erano tutti e tre identici ed erano costituiti da un ingresso, un salotto quadrato, un bagno e un’altra piccola stanza laterale; non sembra ci fossero camere per dormire, e si ipotizza che le donne reali utilizzassero letti che la servitù allestiva nel salotto.
ramsesGli appartamenti dell’harem avevano un ingresso sul lato Ovest (L), raggiungibile dalla sala del trono attraversando il giardino laterale (J) ed un’anticamera (K), larga m. 4,6, a quanto pare coperta con una volta a botte, così come tutte le stanze del palazzo e dotata di una pedana in alabastro.
Esisteva inoltre un passaggio privato che cominciava all’estremità est del corridoio dell’harem con una porta finemente decorata, ed avevano un’uscita diretta sulla strada (E ) raggiungibile attraverso un cortile di servizio (O).

Didascalie immagini:
– il complesso di Medinet Habu, con i resti del palazzo e dell’harem a sinistra, nello spazio tra il primo ed il secondo pilone.
– la pianta del “secondo palazzo”. Le lettere indicano le varie stanze, così come spiegato nel testo.
– un’altra vista delle rovine del sito; si nota la facciata in comune con il primo cortile del tempio, davanti alla quale vi è un peristilio.
– il podio per il trono del re nella hall dell’harem.
– il passaggio privato del re verso harem.

ramsesramsesFonte: La civiltà egizia – https://laciviltaegizia.org/, Luisa Bovitutti, 11 mag 2022

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