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CAVAGLIA’ (Bi): I menhir diventano sito archeologico.

Ben undici menhir sono stati posizionati in piedi sul piazzale dove giacevano ammassati, in un sito di forma più o meno semicircolare.

Nel corso di un sopralluogo, i funzionari della Soprintendenza avevano ordinato di far allargare tutti i massi sul piazzale in modo da poterli osservare e studiare più approfonditamente, cosa impossibile in precedenza dal momento che le pietre erano accatastate una sopra l’altra. In questo modo è stato possibile rilevare tracce di lavorazione con attrezzi litici sulla maggior parte dei blocchi. E’ stata inoltre esaminata la croce (probabilmente medievale) ritrovata nel corso di un sopralluogo e sono state osservate delle coppelle (incisioni a forma di semisfera) incise su un blocco.

Dall’esame dei depositi di calcare lasciato dall’acqua piovana all’interno delle coppelle, gli archeologi hanno potuto stabilire con certezza che il blocco era posizionato in piedi e con la punta rivolta verso l’alto.
Tutti gli elementi riscontrati nel corso di questi mesi, hanno lasciato infine pochi dubbi sul fatto che tali pietre fossero dei menhir o quantomeno sul fatto che nell’antichità l’uomo ne avesse modellato la forma.
I giornali locali hanno dedicato molto spazio alla notizia di queste importanti scoperte, scatenando un interesse presso la popolazione della zona che ha portato al ritrovamento ad Alice Castello (vicino a Cavaglià), di una stele con iscrizione in latino riferita ad una donna di nome Nebonia, nome che pare chiaramente di origine celtica.
Come se non bastasse un lettore di un giornale locale ha inviato delle foto che mostravano alcune pietre sistemate in posizione eretta, scattate nella medesima zona negli anni ’70.
Nello stesso periodo alcuni anziani affermavano di ricordare che la zona di Cavaglià e dintorni, ai loro tempi era ricca di pietre allungate o conficcate nel terreno e che alcune di esse furono distrutte con la dinamite per far posto ad una vigna.
Anche tali pietre si trovavano nei pressi dell’area dove ora sorge il sito archeologico.
In base a queste affermazioni e grazie al fatto che in un giardinetto molto vicino all’area dove giacevano i menhir sono stati ritrovati altri massi di forma sospetta (di cui uno addirittura piazzato in piedi), si può immaginare che l’area su cui sorgevano in origine i menhir fosse molto più vasta di quello che si pensava in un primo tempo e che gli stessi menhir fossero ben più numerosi di quelli sopravvissuti fino ad oggi. Insomma, pare che l’intera zona fosse un antico luogo di culto di tutto rispetto.

In seguito a quanto detto sopra, la Soprintendenza ha ordinato al comune di Cavaglià, dimostratosi fino a quel momento piuttosto scettico sul fatto che le pietre potessero essere reperti archeologici, di riposizionare i Megaliti in piedi, sotto la direzione di archeologi biellesi. E’ sorta quindi una nuova area archeologica con ben 11 menhir innalzati, molti dei quali di notevoli dimensioni.

Cronologia: Preistoria

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