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BISACCIA (AV). circa cinquemila reperti acquisiti dal museo archeologico.

Che l’ager bisaccese sia quanto mai ricco di vestigi archeologici delle più eterogenee epoche, da quelle metastoriche, a quella sannitica e poi romana, è cosa risaputa. Che il Museo Civico Archeologico abbia fin qui conservato e reso fruibili ai visitatori una ingente quantità di tali ritrovamenti, tra i quali la ben nota “Tomba della Principessa”, è altrettanto noto. Il fatto veramente eclatante è però nella restituzione alla comunità bisaccese di circa cinquemila reperti ritrovati ed acquisiti dalla Soprintendenza, quelli scoperti dal 1973 al 1997 grazie soprattutto all’opera infaticabile del compianto Nicola Fierro, direttore tecnico del Gruppo Archeologico Salernitano ed Ispettore Onorario della Soprintendenza, cui occorre affiancare i nomi illustri di eminenti archeologi che hanno effettuato a più riprese scavi tra le argille dell’Alta Irpinia, tra i quali quelli di Werner Johannowsky, Gianni Bailo Modesti e Luca Cerchiai. E dunque l’intera popolazione, a cominciare dall’Amministrazione, ha accolto l’evento con grandissima soddisfazione il fatto che essi siano stati riportati a Bisaccia e depositati presso il Museo Civico Archeologico, a disposizione dell’intera collettività e dei turisti che in numero sempre più rilevante visitano ogni anno i locali del Castello Ducale.
A dirigere il museo è stato chiamato, fin dalla sua apertura, Giampiero Galasso, il quale non manca di esprimere la sua grande soddisfazione: «Per l’archeologia e per la cultura questo è un momento molto importante. Abbiamo condotto una operazione che merita di essere sottolineata per la sua rilevanza e portata culturale. Abbiamo così ultimato circa un anno di lavoro condotto con l’amministrazione comunale di Bisaccia. Uno sforzo comune siglato con un protocollo tra la Soprintendenza, rappresentata da Adele Campanelli, il sindaco di Bisaccia Salvatore Frullone e il Museo Civico Archeologico di Bisaccia ha permesso questo splendido risultato. I nostri sforzi si sono concentrati proprio sulla necessità di raccogliere presso i depositi di Pontecagnano, Salerno e Avellino tutti i reperti che nel corso degli ultimi trent’anni sono stati ritrovati nell’intero territorio di Bisaccia, dalla contrada di Cimitero Vecchio ad Oscata. È stato un lavoro paziente e meticoloso che ha visto la partecipazione fattiva del consigliere delegato al Museo, Pasquale Gallicchio».
Salvatore Frullone, primo cittadino portatore di grande sensibilità circa le problematiche culturali, ha affermato che «Bisaccia ancora una volta segna un punto a suo favore. Il rientro di questi reperti rappresenta un momento importante per l’intera cittadinanza. Un ulteriore segno di attenzione alla comunità da parte di questa amministrazione. Il Museo, come il Castello Ducale, si stanno imponendo per qualità di offerta e per presenza di visitatori. Proprio su queste due strutture stiamo pensando di elaborare progetti molto importanti. Basti pensare che questa amministrazione è riuscita ad ottenere un finanziamento di circa quattrocentomila euro per migliorare il Castello Ducale a fini turistici. Abbiamo sempre creduto nella cultura come traino economico e crescita sociale. Penso ci stiamo riuscendo dimostrandolo con i fatti».
Pasquale Gallicchio, consigliere delegato al Museo e al Castello Ducale, ha vissuto tale evento con altrettanta soddisfazione: «Quanto abbiamo fatto rappresenta un riconoscimento non tanto per noi amministratori ma per tutta la cittadinanza in particolare per quanti hanno dato molto all’archeologia e alla cultura in questo nostro paese. Bisaccia, si riappropria di reperti importanti e con la loro presenza il nostro paese si può candidare a sede di studio e ricerca perché la materia prima oggi è tutta qui a Bisaccia. Inoltre, avere in sede il materiale in parte restaurato e molto ancora da restaurare ci impegna a trovare risorse regionali ed europee per renderli fruibili. Posso anticipare che per fine anno sarà concluso anche un altro piccolo ma importante restauro che riguarda uno stemma importante per la storia di Bisaccia».

Fonte: Ottopagine

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