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ASTI: Sorprese romane in pinacoteca. Resti del I e II sec. d.C. e monete antiche ma anche murature di epoca medioevale.

Da metà ottobre alte impalcature su corso Alfieri e sul giardino Alganon di piazza Roma avvolgono palazzo Mazzetti, che sarà radicalmente ristrutturato per poter nuovamente ospitare la Pinacoteca Civica, chiusa dal 1984. Il primo lotto di interventi (progettati dagli architetti Giovanni Bo e Piergiorgio Pascolati e dagli ingegneri Bruno Vigazzola e Marco Stobbione e finanziato con oltre 4 milioni di euro dalla Fondazione Crat) si concluderà a fine 2007, ma sta già dando i primi segni di mutamento delle strutture murarie.

Intanto, proprio in questi giorni ha consentito il rinvenimento di importanti reperti nel sottosuolo. Per recuperare le cantine, destinate a depositi e magazzini, si è scavato per eliminare vecchie tubazioni e per rifare le pavimentazioni. Intervento alquanto delicato, considerata la posizione in pieno centro storico di palazzo Mazzetti, che si affaccia sulla Contrada Maestra medioevale, corrispondente al “decumano” che duemila anni fa attraversava la città romana. Per questo, lo scavo è stato affidato all’archeologa Laura Maffeis e ad altre sue colleghe, sotto l’attento controllo di Federico Barello, ispettore della Soprintendenza Archeologica piemontese.

E’ bastato abbassare il piano di calpestio di soli 30 centimetri per vedere riaffiorare resti delle strutture murarie precedenti quelle settecentesche del palazzo: murature medioevali inframmezzate da muri ben più antichi, di epoca romana, “tagliati” nel medioevo per fare posto a costruzioni successive.

I resti del I-II sec. d.C. sono importanti tracce di quell’isolato di Asti romana, mentre le strutture medioevali sembrano disegnare una torre ed una cellula abitativa delle dimore della famiglia Turco. Tra i reperti bimillenari più interessanti, un lacerto di pavimento in “coccio pesto”, diverso materiale ceramico di oggetti di uso domestico, diverse monete del IV secolo ed un utilissimo frammento di lapide marmorea, con un’iscrizione di età imperiale, una dedica pubblica di tipo religioso.

Né Federico Barello della Soprintendenza Archeologica, né la direttrice della Fondazione Crat Vittoria Villani rilasciano commenti. Dev’essere ancora ultimato lo scavo, completati i rilievi e studiati i reperti. Se ne saprà di più tra un paio di mesi.

Fonte: La Stampa Asti, 10/03/2006
Autore: Pippo Sacco
Cronologia: Arch. Medievale

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