Archivi

APICE (Bn). Ponte Appiano, un monumento ritrovato.

ponte_appiano
Eccellenze e promozione. E non si tratta dei gironi calcistici minori ma dei parametri fondamentali da seguire per lo sviluppo territoriale. Si parte dal passato, anche quello remoto, e si progetta il futuro.
La prima giornata naturalistico- archeologica promossa dai giovani professionisti dell’associazione ‘Apice libera’ è stata un’occasione positiva per far conoscere e apprezzare, ai più piccoli innanzitutto, un patrimonio di indiscusso valore storico e artistico. Un complesso monumentale come quello di Ponte Appiano realizzato dai romani nel 312 a.C. per guadare il fiume Calore, un’opera ingegneristica straordinaria, abbandonato però al suo destino e all’incuria.
Un sito da recuperare, promuovere e valorizzare. E’ stato questo lo scopo che ha animato gli organizzatori della due giorni che si è conclusa presso il Casino di Recupo, altro gioiello architettonico del ‘700, con un interessante dibattito a più voci. La prima giornata naturalistico-archeologica ha incassato un successo che i promotori confidano di ripetere se non altro per la partecipazione di pubblico e di volontari che hanno aderito alle pulizie che si sono svolte intorno alle vestigia di Ponte Appiano, noto però come ponte rotto.
“L’Appia è un museo a cielo aperto- ha esordito durante il suo intervento l’archeologo Antonio Mesisca- ma è anche un percorso da rilanciare. Bisogna investire nell’arte e nella cultura. La valorizzazione del territorio, e il suo sviluppo, devono puntare innanzitutto a questo fine”.
All’appuntamento hanno preso parte il sindaco di Apice, Ida Antonietta Albanese, il consigliere provinciale, Sabatino Cecere, il vice sindaco di Mirabella Eclano, Francesco Antonio Capone, l’ispettrice della sovrintendenza archeologica di Benevento, Gina Tomay, e ancora l’archeologo Roberto Esposito, il biologo marino, Antonio Sorrentino, l’architetto Antonella Bozzi, il professore universitario, Alfonso Santoriello, il ricercatore Amedeo Rossi, e una rappresentanza di alunni dell’istituto comprensivo ‘Emanuele Falcetti’ accompagnata dal professore Mario Giangregorio e dalla dottoressa Annalina Santamaria.
Rispetto del passato e rispetto del territorio. Il tracciato antico dell’Appia resta nel paesaggio contemporaneo, diventa tutt’uno con la natura. L’archeologia diventa così risorsa per scoprire e promuovere a sua volta le risorse inespresse di un luogo.
“Lo sviluppo può venire dal passato- ha poi aggiunto il consigliere Cecere- ma occorre fare sistema, fare squadra se si vuole progredire realmente. Il progetto delle tre valli è nato proprio con questo intento.Sinergia tra enti, istituzioni e comunità locali”.E su questo punto sono d’accordo tutti i relatori del seminario, ‘Ponte Rotto e la via Appia’. Dalle pulizie al Teatro Romano di Benevento a quelle intorno al sito di Ponte Appiano. La Sovrintendenza ha benedetto l’iniziativa singolare promossa dai giovani di ‘Apice libera’, associazione nata un anno e mezzo fa, votata a valorizzare un territorio altrimenti dimenticato. Riqualificare per ricominciare. Più che uno slogan è stato uno dei temi affrontati durante il convegno che ha riscosso molta attenzione e partecipazione di pubblico.
“Occorre non puntare a fare investimenti faraonici- ha spiegato la dottoressa Tomay- quanto a promuovere piccoli e significativi finanziamenti che consentano ad un’area come quella di Ponte Rotto di essere fruibile. Sarebbe necessario creare delle aree di sosta e una cartellonistica adeguata alla location. Piccoli dettagli insomma che fanno però una grande differenza rispetto al senso di abbandono diffuso che c’è”.
Gli studenti dell’istituto ‘Falcetti’ hanno realizzato cinque video e diverse poesie su Ponte Appiano, un monumento magnifico che non merita di essere trascurato. Scorrono le immagini, e scorre qualche lacrima sui volti dei più anziani.
Quanta vita è trascorsa attorno a quel ponte.

Fonte: Ilsannioquotidiano.it, 06/11/11

Segnala la tua notizia