Sulla cassa di alcune urnette funerarie di produzione volterrana e perugina (ad oggi conosciamo otto esemplari) viene rappresentata la scena di una belva non ben definita, forse un lupo, che tenta di uscire da un pozzo (puteale).
L’animale è stato identificato con un lupo o un animale fantastico: a volte sembra effettivamente un lupo, in altre pare un essere ibrido con corpo di uomo o di cavallo e con fattezze di lupo (zampe, testa). Si è anche pensato che possa trattarsi di mostri diversi.
Il lupo che emerge dal sottosuolo viene fronteggiato da un gruppo di uomini; la scena nelle urne della specie presenta qualche variante. Tra le figure maschili vi è un guerriero armato con un’ascia o una daga. La fiera, che ha atteggiamento aggressivo, viene trattenuta da una figura maschile con una catena assicurata al collo. Un altro uomo sembra versare in testa alla belva il contenuto di una patera; in alcuni casi indossa un berretto conico (pileus), attributo religioso.
Secondo alcuni studiosi l’immagine sarebbe riconducibile al passo di Plinio il Vecchio (Naturalis Historiae II, 140) che ci racconta del mostro Olta o Volta (l’autore non parla comunque di un lupo, ma di un generico “monstrum”) che minacciava le campagne e la città di Volsinii e che sarebbe stato abbattuto da Porsenna con il lancio di un fulmine. La scena in questione non sembrerebbe corrispondere al racconto pliniano. In merito è stato comunque sostenuto che le urnette fotograferebbero il momento immediatamente precedente la folgorazione quando il mostro fuoriesce dal mondo sotterraneo e Porsenna, per mezzo di una libazione, evoca il fulmine per scacciarlo (Giovanni Colonna).
La rappresentazione in argomento è stata anche variamente ricondotta a miti greci (in merito sono stati ad esempio ipotizzati la nekya di Ulisse, Euthymos di Locri a Temesa, la saga degli Argonauti, etc …) ma tra gli studiosi non vi sono opinioni concordi.
Alcuni hanno visto nel lupo della scena rappresentazioni di divinità etrusche dell’oltretomba quali Calu ed Aita.
Si è anche pensato ad un mito etrusco privo di riferimenti letterari classici.
La presenza del lupo – animale legato al mondo dei morti – e di Vanth (visibile in alcune delle urnette in commento) depone per la connessione della scena con la morte. Il pozzo simboleggerebbe la comunicazione tra il mondo di vivi e quello infero. Potrebbe quindi trattarsi di un sacrificio, di un rito di purificazione, una sorta di esorcizzazione del mondo dei morti rappresentato appunto dalla fuori uscita dal sottosuolo di un lupo.
Sull’interpretazione delle urnette in oggetto e sul mito etrusco del lupo che esce dal pozzo cfr., tra gli altri:
– Andrea Verdecchia, Mitologia etrusca, Effigi, 2022, pagg. 231 e ss.;
– Arianna Santini, Volta, il mostro del Lago di Bolsena (?), 27 agosto 2022, sito internet vitissapientiae.it;
– Armando Cherici, Porsenna e Olta, riflessioni su un mito etrusco in Mélanges de l’école français de Rome, 1994, 106-1, pagg 353 – 402;
– Gabriele Cateni/Fabio Fiaschi Le urne di Volterra e l’artigianato artistico degli Etruschi, Sansoni, 1984, pag 41;
– Marina Sclafani, Urne fittili chiusine e perugine di età medio e trado ellenistica, Giorgio Bretschneider Editore, 2010, pagg. 105 – 106.
Di seguito le immagini delle urne con il lupo che esce dal pozzo esposte presso il Museo Etrusco Guarnacci di Volterra ed il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria di Perugia.
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com













