Nel Granducato del Lussemburgo, nel comune di Schengen, il piccolo villaggio di Burmerange ha restituito alla luce testimonianze eccezionali del suo passato romano. Gli scavi condotti sul sito noto come Op der Uet hanno portato alla luce una villa romana di notevoli dimensioni ed una necropoli merovingia, arricchendo in maniera significativa la conoscenza della storia antica della regione.
A dirigere i lavori sul campo è stato l’archeologo italiano Fabio Attanasio (nella foto, accanto all’immagine aerea della villa), già attivo in importanti scavi in Italia, affiancato da Nicolas Meunier, dell’Istituto Nazionale per la Ricerca Archeologica (INRA), che ha supervisionato le indagini scientifiche. Gli scavi sono stati realizzati dalla società privata Archeo Diag, specializzata in rilievi topografici e scavi archeologici, su incarico dell’INRA.
La villa, probabilmente costruita nel I secolo d.C., presenta caratteristiche tipiche di una villa rustica: muri di cinta imponenti, strutture residenziali e produttive, impianto termale e sistema di riscaldamento a pavimento. La scoperta di utensili da cucina e da pranzo, insieme a fosse di stoccaggio celtiche, suggerisce una continuità nell’uso del sito ed un adattamento delle pratiche agricole locali alle esigenze dell’Impero Romano. Una fornace per la calce rinvenuta sul sito testimonia inoltre attività edilizie e produttive successive, legate alla rielaborazione della villa stessa.
Accanto alla villa, gli archeologi hanno scoperto una necropoli risalente al periodo merovingio, tra V e VIII secolo d.C., contenente 126 scheletri, inclusi quelli di bambini. Alcune tombe presentavano bordi in pietra, altre erano scavate direttamente nel terreno. La necropoli riflette la continuità delle comunità locali e l’influenza duratura delle pratiche romane nelle società altomedievali.
Durante l’occupazione romana, il Lussemburgo faceva parte della provincia della Gallia Belgica, una delle regioni più importanti dell’Impero. Burmerange, come altri insediamenti lungo la strada romana Reims-Treviri, occupava una posizione strategica per il transito di truppe, merci e informazioni.
Le ville romane nella regione, come quella di Burmerange, non erano semplici abitazioni: erano centri produttivi, amministrativi e residenziali che gestivano vaste proprietà agricole e contribuivano alla rete economica dell’Impero. La presenza di impianti termali e sistemi di riscaldamento nelle ville indica un alto grado di romanizzazione e di integrazione delle pratiche culturali romane nella vita quotidiana delle popolazioni locali.
La regione ospitava anche strutture legate all’occupazione militare: piccole guarnigioni, fortini e postazioni lungo le vie di comunicazione garantivano la sicurezza dei territori e il controllo dei flussi commerciali. I prodotti agricoli delle ville, tra cui cereali, vino e olio, venivano trasportati lungo le strade consolari verso centri urbani come Treviri e Reims, dimostrando l’intreccio tra economia rurale e strategia imperiale.
La continuità d’uso del territorio, testimoniata dalla necropoli merovingia e dalla rielaborazione della villa, evidenzia come queste strutture siano state adattate nel tempo, riflettendo le trasformazioni sociali, economiche e politiche che hanno interessato la Gallia Belgica e le regioni circostanti.
Fonte: www.stilearte.it 20 ottobre 2025











