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SANTA MARINELLA (Rm). Le navi ritrovate presso la Villa delle Grottacce.

grottacce

Si riprone un articolo del 2000 su L’Aruspice, del Gruppo Archeologico del Territorio Cerite, relativo allo studio dei relitti romani ritrovati in quella località.
L’inizio dell’attività operativa del Centro Studi Marittimi del Museo Civico di Santa Marinella ha coinciso con l’intervento di documentazione e rilievo sui relitti presenti nelle acque antistanti la villa romana delle Grottacce, presso Santa Marinella, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale.
Le navi, già segnalate dal Prof. Piero Gianfrotta e dal Settore Subacqueo del Gruppo Archeologico Romano alla fine degli anni settanta, sono tuttora
oggetto di attività clandestina che compromette seriamente l’integrità stessa dei resti lignei delle imbarcazioni.
Solo molto di recente, in seguito alle denunce effettuate dal Museo Civico, il Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico dei Carabinieri ha effettuato diversi arresti dopo una lunga attività di appostamento e alcune perquisizioni domiciliari.
L’equipe scientifica del Centro Studi Marittimi, coordinata dal Dr. Flavio Enei, direttore del Museo Civico, composta dal Dr. Stefano Giorgi e dal Dr. Giuseppe Fort, archeologi subacquei e dai collaboratori Stefano Alessandrini (consulente del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dell’Arma dei Carabinieri) e Mario Palmieri (Museo Civico di Santa Marinella), ha potuto rilevare le parti emergenti del cosiddetto relitto A, recuperare materiale archeologico da tutti e tre i relitti e procedere alla copertura fotografica dell’area sommersa.
Le navi si trovano all’interno della darsena del porto romano di Panapione, ben noto in epoca romana e citato nell’Itinerarium Maritimum di epoca antonina (II secolo d. C.) e al di sopra del quale si trova la villa delle Grottacce.
Tutta l’area portuale presenta un fondale molto basso (m 1,50 – 2,50), fangoso e ricoperto da una notevole quantità di frammenti ceramici e murari che testimoniano la grande attività di questo porto, collegato tra l’altro con la vicina villa marittima con annessa peschiera che si trova sul promontorio settentrionale.
Del relitto A, il più conservato, sono visibili numerosi corsi di fasciame uniti con il sistema a tenoni e mortase e il paramezzale con la scassa dell’albero.
Le dimensioni che si possono intuire dell’imbarcazione sono circa di m 5 di larghezza per m 15 di lunghezza.
Per quanto riguarda i materiali archeologici recuperati nell’area, si tratta di frammenti lignei dello scafo e di parti di
anfore olearie per il relitto A, di ceramica comune romana e di frammenti di contenitori in vetro per gli altri due relitti.
I reperti archeologici sono depositati presso l’Antiquarium di Pyrgi a Santa Severa.

Autori: Stefano Giorgi, Giuseppe Fort

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