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SALERNO. La tomba di un guerriero nell’area dell’inceneritore.

Nava: «Qui allestiremo un museo».

Le tombe ritrovate in località Boscariello- Cupa Siglia, nell’area dove sorgerà il termovalorizzatore di Salerno, sono l’ennesima conferma dell’esistenza di numerosi insediamenti di popolazioni locali prima del periodo romano. A rivelarlo è la Soprintendente di Salerno, Maria Luisa Nava, al lavoro da tempo sui rinvenimenti effettuati nella zona periferica della città.

«Le tombe trovate sono la testimonianza di un insediamento che non sarà stato molto esteso ma che si colloca in una posizione importante per la penetrazione verso l’interno della Campania — precisa la Soprintendente — non sono proprio etruschi, ma si tratta di popolazioni locali da collocare tra il IV e il primo secolo avanti Cristo, quasi al confine con la romanizzazione. Tuttavia, questi insediamenti testimoniano la presenza di un ceto guerriero anche piuttosto elevato. Nella tomba abbiamo trovato, infatti, un individuo che indossa il cinturone, mentre ne ha un altro accanto che lo indica come capo guerriero. Quel secondo cinturone, conservato nel corredo funerario, testimonia che il condottiero l’ha sottratto ad un nemico sconfitto. In fondo si tratterebbe di una piccola tribù locale con attività guerriere e agricole ».

I materiali ritrovati sono piuttosto importanti: tra questi ci sono anche i reperti di una tomba femminile ritrovata accanto al guerriero. Potrebbe trattarsi di un nucleo familiare, che faceva parte di una piccola fattoria situata su questa direttrice di penetrazione dal mare lungo il tragitto del fiume Picentino. Precisamente, ci sarebbe questa piccola fattoria i cui abitanti avrebbero utilizzato un’area sepolcrale non molto distante dalla fattoria stessa. Si tratta sicuramente di un nucleo familiare allargato, che aveva anche una funzione di salvaguardia e di controllo di questa via di penetrazione verso l’interno. Sono stati propri i recenti ritrovamenti a Cupa Siglia a favorire i rapporti e l’intesa con il sindaco De Luca.
«Apparteniamo a pubbliche amministrazioni e dobbiamo lavorare per quanto è di nostra competenza nell’interesse dei cittadini — insiste la Nava — il nostro fine è quello di realizzare delle opere nell’interesse della comunità. Poi chiaramente bisogna tener ferme le proprie competenze e difendere ciò che siamo tenuti a tutelare, senza frapporre inutili ostacoli. Come progetto futuro credo che si deve puntare sulla stessa città di Salerno: ne ho già parlato col sindaco e mi è parso che lui abbia ben accolto la mia proposta. Si tratta di valorizzare gli aspetti della Salerno antica che ben si possono coniugare con interventi di riqualificazione urbana».

Tra l’efficienza della Soprintendenza e il frenetico attivismo di Vincenzo De Luca ormai regna una perfetta armonia. Non così a Paestum dove tra una strada sbagliata che offende le mura antiche e la pista che deturpa la vista del Tempio di Nettuno, la Nava avrà molto da fare.

«Sono tutte le realizzazioni che ho trovato già fatte al mio arrivo— conclude l’archeologa — per la strada procederò come lord Brummel, aspetterò che si invecchi e si consumi. Se il risultato non cambierà possiamo anche rifarla. In fondo non è stato costruito un palazzo. Per la pista intorno al tempio di Nettuno, dovrò trovare un’intesa col sindaco per cancellarla. Vi è forse la necessità di un regolamento più aggiornato e più specifico per la tutela delle aree archeologiche. Con l’edilizia d’accatto, che porta solo miseria, avremo sempre visitatori e turisti fagottari».


Fonte: Corriere del Mezzogiorno Salerno 27/12/2008
Autore: Ugo Di Pace

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