“Oggi connettiamo un pezzo grandissimo di Roma, dalle sue periferie più lontane fino al centro della città e, al tempo stesso, regaliamo al mondo ed ai romani dei meravigliosi luoghi di cultura”: così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha inaugurato (dopo 12 anni di cantieri) il nuovo tratto della metro C che dalla stazione San Giovanni arriva a Via dei Fori Imperiali con le fermate Colosseo e Porta Metronia. Che saranno due stazioni-museo per valorizzare i reperti archeologici che la loro realizzazione ha riportato alla luce.
“Queste stazioni rappresentano l’orgoglio del saper fare, del saper progettare degli italiani, che hanno mostrato ancora una volta una grandissima qualità nel realizzare infrastrutture e nel vincere la sfida di come far convivere opere complesse, dal punto di vista ingegneristico, con la straordinaria stratificazione storica della nostra città”, ha aggiunto Gualtieri. L’ampliamento della linea C, realizzato da Webuild, è stato dopotutto così sofferto anche per la presenza di inevitabili reperti archeologici.
A 20 metri di profondità, la stazione Colosseo è anche un raccordo tra contemporaneità e antichità, con l’esposizione in teche ed ambienti ad hoc dei reperti archeologici recuperati negli scavi: ci sono una domus con affreschi di età imperiale, 28 pozzi di età repubblicana, il balneum di una domus databile tra il I Secolo a.C. e il I Secolo d.C. (e dal corridoio di collegamento tra la Linea C e B si vede il Colosseo dal basso).
La fermata di Porta Metronia ha invece permesso di riportare alla luce la cosiddetta “Domus del Comandante” e la casa del centurione con mosaici a vista, ex Caserme romane della prima metà del II Secolo d.C., che saranno esposte al pubblico, insieme a circa seicento reperti in un museo che aprirà in un secondo momento, probabilmente a primavera 2026.
Per gestire le complessità legate alla particolare natura archeologica e geologica del sottosuolo, ricordano da Roma Capitale, sulla Linea C è stata adottata la tecnica del “top-down archeologico”, una metodologia che consente di costruire solai intermedi durante l’avanzare progressivo dello scavo dall’alto verso il basso, garantendo stabilità strutturale e continuità nelle indagini archeologiche mentre si procede con la costruzione. “Si dice troppo spesso che l’archeologia è nemica della crescita e dello sviluppo, qui invece abbiamo la dimostrazione che con un po’ di lavoro la Soprintendenza può mettere al servizio della cittadinanza le proprie competenze”, ha aggiunto il ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Per quanto riguarda progetto espositivo e l’allestimento, Porta Metronia si articola su cinque livelli interrati con serigrafie nell’atrio musealizzato dedicate alla storia ed ai reperti emersi durante gli scavi.
La stazione Colosseo – Fori Imperiali dialoga invece con il contesto monumentale: sviluppatasi su quattro livelli interrati, l’archeo stazione prevede un progetto museale di allestimento interno, curato e finanziato dal Parco archeologico del Colosseo e sviluppato con la Sapienza, che dall’ingresso fino alle banchine accompagna i passeggeri attraverso la storia. Nell’atrio, accessibile senza biglietto, si trovano installazioni video e diorami per raccontare l’evoluzione dell’area archeologica circostante, mentre sul lato opposto, dopo i tornelli, si trovano i pozzi di età repubblicana (il cui funzionamento è illustrato da tre teche in vetro ed un video).
Da via dei Fori Imperiali è anche accessibile il Centro Informazioni del Clivo di Acilio, con le strutture della domus d’età imperiale: i passanti possono osservarne gli affreschi oltre le vetrate. Gli scavi archeologici hanno consentito di ripercorrere le fasi più significative della sua evoluzione, dal VI Secolo a.C. fino all’età imperiale, fornendo uno spaccato della vita quotidiana che la caratterizzava. Si tratta di un importante intervento di valorizzazione del patrimonio culturale all’interno di un’infrastruttura fondamentale per la mobilità di cittadini e turisti, un esempio di come l’archeologia preventiva possa trasformarsi in una occasione di condivisione di nuove conoscenze con la comunità”, ha commentato la Capo dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale del MiC Alfonsina Russo (ed ex direttrice del Parco archeologico del Colosseo). Tra i reperti più importanti ci sono una testa di Medusa in marmo (dal Tempio di Venere e Roma) e la ricostruzione delle decorazioni dell’aula di culto del Templum Pacis.
Ora che le tanto attese fermate Colosseo e Porta Metronia sono realtà, si aspetta per i prossimi anni (o decenni?) la fermata successiva di Piazza Venezia, da non molto in cantiere, e l’ultimo tratto, che arriverà a Piazzale Clodio e alla Farnesina, passando anche dal MAXXI e dall’Auditorium.
Chissà quando però…
Fonte: www.artribune.com 16 dic 2025












