“Parthenope prima di Neapolis”, ovvero tremila anni di storia.
Questa mattina 19 novembre, presso la stazione ANM (Azienda Napoletana Mobilità), di Monte Echia, ne è stata inaugurata la mostra permanente, promossa dall’Assessorato alle Infrastrutture e Mobilità del Comune di Napoli. Attraverso una serie di pannelli, che con un QR Code (Scanner e codici a barre), ripropongono in alta definizione tutta la storia dall’archeologia fino ai tempi moderni, l’evento in parola, offre al visitatore, che entra e cammina nel tunnel di accesso all’ascensore, un percorso alla scoperta delle origini più antiche della città. Un’esperienza unica che rende visibile una panoramica sulle istituzioni e sui siti culturali presenti nell’area, oggi comodamente raggiungibili attraverso il nuovo ascensore urbano e la stazione Chiaia della linea 6.
Il progetto espositivo è il primo risultato del tavolo tecnico, insediatosi lo scorso 20 gennaio ed al quale hanno partecipato, con il coordinamento del Comune di Napoli, autorevoli rappresentanti di “Napoli2500”, come: Acqua Bene Comune Napoli, Azienda Napoletana Mobilità (Anm), Archivio di Stato di Napoli, Polizia di Stato, Polo delle Arti Caselli Palizzi, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN)i, Scuola Militare Nunziatella e FAI (Fondo Italiano per l’ Ambiente) -I luoghi del cuore, Università degli Studi di Napoli Federico II, CIRICE (Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea), Dipartimento di Architettura, UniParthenope, con l’intervento di Grandi città e Euploia Monte Echia.
Presenti all’inaugurazione, il Sindaco di Napoli e l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità.
<< Nel percorso che va verso la stazione abbiamo ritenuto utile far conoscere a tutti cosa c’è sopra – sottolinea l’Amministrazione – dai vasi originali con Partenope ad altri reperti di un patrimonio custodito al Mann o al British Museum, questo luogo è tra i più antichi al mondo, un mix di quasi tremila anni che attraversa tutta la storia condensata in questo posto magico. Le stazioni dell’arte assumono anche una funzione educativa ed informativa, in questo modo i napoletani ed i turisti presenti in città possano conoscere meglio la straordinaria storia di Napoli e tutto quello che è avvenuto in oltre 2500 anni. L’idea di questi pannelli nella galleria di Monte Echia è utile ad apprezzare anche i numerosi monumenti che sono una testimonianza di questa storia straordinaria>>.
La visita guidata virtuale, denominata “Da Parthenope a Neapolis: le origini greche di Napoli”, come si legge in Connessioni Culturali, è un viaggio nel tempo fino all’antica fondazione della città di Napoli e della sua evoluzione, dalla Parthenope di origine cumana, che risalirebbe circa alla fine dell’VIII sec. a.C., fino alla successiva denominazione di Neapolis.
Il nome “Parthenope” apparteneva ad una sirena, disperata per l’astuzia dimostrata da Ulisse nello sfuggire al potente canto delle compagne, che si sarebbe suicidata gettandosi in mare, fino a giungere esanime sugli scogli dell’isolotto Megaride, dove attualmente sorge il Castel dell’Ovo.
Di sicuro, sappiamo che l’insediamento fondato dai Cumani, venne scelto per la sua favorevole posizione, che permetteva un controllo diretto ed efficiente su tutte le rotte commerciali, grazie alla sua innegabile ed invidiabile centralità nel mar Mediterraneo. Intorno al 530 a.C. iniziò, però, una fase di declino, dovuta al sopravvenuto predominio commerciale e militare degli Etruschi nell’area, e la fondazione della nuova città, detta Neapolis, sempre da parte dei Cumani, fu un rifugio degli esuli della città di Cuma, a causa dell’instaurazione della tirannide di Aristodemo. I Greci di Cuma poterono ripopolare il vecchio borgo, che assunse il nome di Palepolis (=città vecchia), mentre a pochi chilometri di distanza, verso est, veniva fondata Neapolis (=città nuova), un nuovo e più grande centro, fortificato e dotato di un ampio porto.
Inizialmente la ‘polis’ era piccola ma, successivamente, venne estesa, per ragioni difensive, fino all’attuale centro storico, dove tuttora, a Piazza Bellini, sono visibili i resti delle mura antiche. La città venne edificata con lo spirito di ricreare una “seconda Cuma”, del tutto somigliante alla città dalla quale provenivano, secondo i criteri greco-classici: acropoli, agorà e necropoli.
La Connessione Culturale, dedicata a Parthenope e Neapolis, sarà un modo per conoscere un aspetto poco noto della grande storia di Napoli dove, tra mito e archeologia, si ricostruiranno i grandi fasti dell’antica città greca, i cui resti, ancora oggi visibili, sono nascosti tra le tante bellezze della città e passano, troppo spesso ed ingiustamente, inosservati.
Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it













