Un nuovo e straordinario rinvenimento archeologico all’interno della città etrusca di Vulci è stato presentato oggi a Roma, nella Sala della Crociera del Ministero della Cultura. Si tratta della testa in marmo greco di una fanciulla (Kore) rinvenuta nel sito laziale.
La scoperta è avvenuta nel corso degli scavi in concessione ministeriale legati al progetto “Vulci Cityscape”, promosso dalle Università di Friburgo e Magonza. Si tratta di un raro esempio di statuaria greca rinvenuta in Etruria, che offre nuovi significativi spunti di riflessione sugli intensi scambi culturali tra Grecia e Italia preromana.
Avviato nel 2020, il progetto Vulci Cityscape, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale e la Fondazione Vulci, ha l’obiettivo, attraverso un approccio interdisciplinare, di indagare la struttura e lo sviluppo della città e di ampliare, più in generale, le conoscenze sull’urbanistica etrusca.
La scoperta è avvenuta nell’area di un nuovo tempio monumentale individuato nel 2021, che amplia le conoscenze note sugli edifici di culto edificati nel cuore della città.
La scultura raffigura una giovane donna, con elegante ed elaborata acconciatura, attribuibile ad un atelier attico di inizi V sec. a.C.
Attualmente in fase di restauro e analisi presso l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) di Roma, è oggetto di approfondite indagini scientifiche sui colori originari, i materiali e le tecniche di lavorazione impiegate.
Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri: il Ministro della Cultura Alessandro Giuli; il Capo Dipartimento per la Tutela del Patrimonio Culturale Luigi La Rocca e il Capo Dipartimento per la Valorizzazione Culturale Alfonsina Russo. Tra i relatori: Margherita Eichberg, Soprintendente ABAP per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale; Simona Carosi, funzionario archeologo e responsabile del territorio di Vulci; Carlo Casi, Direttore Scientifico del Parco, Fondazione Vulci; Mariachiara Franceschini dell’Università di Friburgo e Paul P. Pasieka dell’Università di Magonza; Luigi Oliva, Direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro e Federica Giacomini, funzionaria restauratrice e coordinatrice del gruppo di lavoro ICR.
Così Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale del Mic: “Oggi abbiamo presentato un nuovo importante rinvenimento archeologico all’interno del Parco Archeologico Naturalistico di Vulci, un’area straordinaria dove la bellezza del paesaggio e la profondità della storia si intrecciano in un dialogo continuo, capace ancora oggi di restituirci la voce di una civiltà importantissima nel Mediterraneo, quale quella etrusca. E attraverso questo oggetto, questa testa di Kore, sarà possibile promuovere non solo Vulci ma anche il territorio a livello nazionale e internazionale. Un nuovo modo di valorizzare che va in un’unica direzione, che è quella di continuare a fondarsi su una strategia integrata che unisca ricerca archeologica, tutela del paesaggio, innovazione dei linguaggi espositivi, reti internazionali e partecipazione delle comunità locali”.
Per Luigi La Rocca, Capo Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale del Mic: “Siamo in presenza di uno dei rarissimi esemplari di scultura greca in Italia, non solo in Etruria, ma anche in Magna Grecia e in Sicilia. Questo tipo di oggetti sono molto rari, e apre il campo a una serie di considerazioni e di riflessioni storico-archeologiche importanti, in particolare l’intensità e la tipologia dei rapporti fra la Grecia e l’Etruria in età tardo arcaica, ma anche quello sulla presenza di artisti greci in Etruria, come ci ricordano anche le fonti, in relazione anche soprattutto alle sculture e alle decorazioni templari”.
Così Luigi Oliva, Direttore Centrale Restauro: “L’Istituto Centrale per il Restauro ha accolto con entusiasmo la richiesta della Sabap Viterbo Etruria Meridionale, nel momento in cui, dopo il ritrovamento l’estate del 2024, si è cercato di fare un primo intervento sulla Kore rinvenuta e una campagna di indagini finalizzata poi alla stesura di un progetto di restauro vero e proprio. Questa attività si colloca nell’ambito di una collaborazione che abbiamo da diversi anni con la Sabap. Una collaborazione che vede da un lato le attività di conservazione e di indagine portate al massimo livello e dall’altra un rapporto con gli enti che poi gestiscono la tutela nell’ambito del territorio”.
Fonte:
Ufficio Stampa e Comunicazione MiC – Roma, 5 dicembre 2025












