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Michele Zazzi. Stele Peruzzi o Stele dell’Antella.

Proveniente da Varlungo – Firenze (e non da Antella come si è pensato inizialmente) fu venduta nel 1893 dalla famiglia Peruzzi al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Il segnacolo funebre, in pietra arenaria grigia, è alto cm 159, largo cm 33,2-36 ed ha uno spessore di cm 8,5. La stele ha forma trapezoidale rastremata verso l’alto, è coronata da una palmetta a sette foglie e presenta decorazione su due riquadri.
Nel riquadro superiore vi è una tipica scena di simposio con due figure maschili semisdraiate su una kline ed un coppiere. Lo schiavo è coperto nella parte inferiore da un tavolo a tre gambe sul quale sono poste due situle. La rappresentazione del simposio si ritrova frequentemente nelle stele fiesolane (cfr. ad es. Stele di Travignoli, Stele di Sansepolcro, Stele di Via Corsica).
Sul registro inferiore vi è rappresentata una scena di gioco con due giovani seduti su sgabelli uno di fronte all’altro. In mezzo un tavolo a tre gambe con un cuscino e una tavoletta. Il personaggio di destra con la mano avanzata sembra prendere o lanciare qualcosa (pedine, dadi?). La maggiore altezza della figura di sinistra, unitamente alla barba, potrebbe evidenziare il ruolo socialmente più significativo (gerarchia) del personaggio. Si tratta di una scena unica nell’ambito del corpus delle stele fiesolane. La tavoletta è stata interpretata come una tabula luxoria.
L’immagine di due giocatori davanti ad un tavolo su cui sono collocati oggetti circolari (pedine?) si ritrova anche nella decorazione a cilindretto di buccheri chiusini del terzo quarto del VI secolo a.C. I giocatori tengono un bastone in mano e con l’altra prendono uno degli oggetti posti su quella che sembra una scacchiera (in questo senso Giovannangelo Camporeale). L’uomo a sinistra, forse di più elevato livello sociale, è seduto su un diphros, mentre l’altro ha una semplice seduta.
Nella più antica tomba dipinta di Capua (tomba III in località Auattro Santi) del 470 a.C. circa sono raffigurati due uomini, appoggiati ad un bastone, di fronte ad un gioco da tavolo. I personaggi giocano seduti su un diphros, davanti ad un tavolo basso, su cui sono visibili otto pedine emisferiche.
Entrambe le scene riprodotte sulla stele Peruzzi comunque attestano l’appartenenza del defunto ad un ceto abbiente ed elevato.
La stele è databile tra la fine del VI secolo e l’inizio del V secolo a.C.
Il monumento funebre è conservato a Firenze in Villa Corsini a Castello.

Sulla stele Peruzzi cfr., tra l’altro:
L’ombra degli Etruschi Simboli di un popolo tra pianura e collina a cura di Paola Perazzi, Gabriella Poggesi, Susanna Sarti, Edifir edizioni Firenze, 2016, pag. 101 scheda 16;
Luca Cerchiai, Il logos delle origini orientali degli etruschi: breve appunto sull’immaginario visuale in Annuali di Archeologia e Storia Antica 2016 – 2017 Napoli;
– Petra Amann, Le pietre “fiesolane”: repertorio iconografico e strutture sociali in Cippi, Stele, Statue – Stele e Semata Testimonianze in Etruria nel mondo italico ed in Magna Grecia dalla prima Età del ferro fino all’Ellenismo Atti del Convegno internazionale Sutri, Villa Savorelli, 24 – 25 aprile 2015 a cura di Stephan Steingraber, pag. 68;
– Edwige Lovergne, Les Etrusques jouaient-ils aux jeux de plateau ? , Revue d’Etudies Antiques, 2022

Di seguito immagini della stele Peruzzi.

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

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