La Venere di Hohle Fels, anche conosciuta come Venere di Schelklingen, è la testimonianza più antica dell’arte umana.
È stato scoperto nella grotta di Hohle Fels. La grotta si trova all’interno di un affioramento roccioso calcareo, e si trova ad Achtal, un’ampia valle del piccolo fiume Ach, un affluente del fiume Blau (che è un affluente del Danubio), nel Baden-Württemberg, nel sud della Germania.
Nella stessa valle, a circa 3 km dall’Hohle Fels, si trova un altro importante sito archeologico, la Grotta di Geissenklösterle, dove è stato rinvenuto un piccolo bassorilievo paleolitico-aurignaziano raffigurante un umano (di sesso non identificato) con le braccia alzate (soprannominato adoratore) e figurine di vari animali.
La valle è costellata di formazioni rocciose calcaree, e può essere considerata come un tipico paesaggio sacro.
La piccola scultura in avorio di mammut, ritrovata in una grotta tedesca, risale a circa 35-40mila anni fa e rappresenta una figura femminile.
L’arte è una delle espressioni più caratteristiche dell’essere umano, ma quando e come ha avuto origine?
Una possibile risposta ci viene fornita dalla Venere di Hohle Fels, la scultura umana più antica mai ritrovata, datata a circa 35-40mila anni fa.
È stata datata, col metodo del radiocarbonio, ad un periodo che va tra i 31.000 ed i 40.000 anni fa, durante la cultura dell’Aurignaziano agli inizi del Paleolitico superiore, ed è associabile alle prime presenze dell’Homo Sapiens (Cro-Magnon) in Europa.
Si tratta della più antica rappresentazione del corpo umano di età paleolitica (Aurignaziano basale) oggi conosciuta, più antica di circa 5.000 anni rispetto alle altre “veneri” conosciute di età gravettiana.
Per fare una comparazione, la famosa “Venere di Willendorf”, il più famoso esempio di scultura paleolitica, secondo le più recenti datazioni risale a 22-24.000 anni fa.
Si tratta di una piccola figura femminile, alta appena sei centimetri, realizzata in avorio di mammut e conservata in buone condizioni, tranne per il braccio sinistro mancante.
La Venere di Hohle Fels è stata scoperta nel 2008 da un team di archeologi guidato da Nicholas Conard, dell’Università di Tubinga, nei riempimenti sotto il pavimento di una grotta situata vicino a Schelklingen, nel Baden-Württemberg, in Germania.
La grotta, nota come Hohle Fels (che significa “roccia cava”), è stata frequentata da diversi gruppi umani nel corso del Paleolitico superiore e ha restituito numerosi reperti di interesse, tra cui strumenti in pietra e osso, ornamenti, oggetti musicali e altre sculture in avorio.
La Venere di Hohle Fels si distingue per la sua antichità e per la sua raffigurazione di una figura umana, che la rende unica tra le altre sculture paleolitiche, che rappresentano prevalentemente animali.
La scultura è priva della testa, sostituita da un piccolo anello inciso, che potrebbe aver avuto la funzione di appendere la Venere come amuleto o pendente.
Il corpo è caratterizzato da forme rotonde e voluminose, tipiche delle cosiddette “veneri paleolitiche”, che enfatizzano il seno, i fianchi e il ventre, mentre le braccia sono sottili e le mani hanno dita ben distinte.
Le gambe sono corte e unite, e i piedi sono appena accennati. I dettagli genitali sono evidenti e marcati.
L’interpretazione della Venere di Hohle Fels non è univoca e ha suscitato diverse ipotesi tra gli studiosi.
Alcuni la considerano una rappresentazione di una dea della fertilità, altri un simbolo di seduzione o di maternità, altri ancora un autoritratto o una caricatura di una donna reale.
In ogni caso, la Venere di Hohle Fels testimonia la capacità degli uomini preistorici di creare opere d’arte con una forte valenza simbolica e emotiva, che ci permettono di avvicinarci alla loro cultura e alla loro visione del mondo.
A Schelklingen c’è un piccolo museo, dove le informazioni sulla preistoria costituiscono solo una piccola parte dell’esposizione.
A Blaubeuren si trova un eccellente Museo della Preistoria (Urgeschichtliches Museum, URMU), dove è esposto l’originale della Venere di Hohle Fels. Oltre alla Venere, ci sono molti altri oggetti esposti, come un flauto, il più antico strumento musicale conosciuto.
Nota: Galleria di immagini della Venere di Hohle Fels: https://www.alamy.it/fotos-immagini/venere-di-hohle-fels.html
Autore: Mario Zaniboni – zamar.22blu@libero.it













