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Marina CELEGON. Un volto inquietante.

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Gli scavi a Merimde Beni Salame, una località del Delta Occidentale a circa 50 chilometri a nord ovest del Cairo, hanno messo in luce uno dei più antichi insediamenti neolitici scoperti in Egitto, dove una comunità di cacciatori e raccoglitori, vissuta tra il VI e il V millennio a.C., stava compiendo i primi passi verso un’economia agricola.
Gli scavi hanno rivelato la presenza di un antico insediamento e di un’area cimiteriale con fosse di forma ovale nelle quali i corpi erano collocati sul fianco destro in posizione fetale. Il fatto che fossero avvolti in stuoie o pelli sembra confermare come fosse già presente un’idea di rinascita dopo la morte. I modesti corredi funerari, costituiti da vasellame, coltelli di pietra e figurine femminili, sono espressione di pratiche funerarie tra le più antiche osservate in Egitto.
Particolarmente enigmatica risulta essere la testa in terracotta rinvenuta nel 1982 in uno degli strati più recenti dell’insediamento (circa 4000 a.C.). Alta solo 10,3 cm e con il volto perfettamente ovale su cui rimangono tracce di ocra rossa, la testa ha occhi e narici ottenuti mediante profondi incavi mentre solo il naso risulta leggermente in rilievo.
La bocca è modellata con una fessura orizzontale. Il labbro superiore più dritto di quello inferiore lascia un vuoto dal quale sembra uscire un suono silenzioso. Piccoli fori ampiamente sparsi sulla testa e sul mento erano probabilmente utilizzati per inserirvi capelli o fibre vegetali che le avrebbero conferito un aspetto virile.
Non si sa se questa testa rappresentasse un antenato o un potente dio. Dato che alla base si trova un profondo foro nel quale poteva essere infilata un’asta, si ritiene servisse da elemento terminale di uno scettro utilizzato in cerimonie a carattere magico-religioso, ipotesi formulata per confronto con riti sciamanici studiati in altrove in epoca più recente. Infatti, quanto meno per ora, non sono stati trovati oggetti paragonabili in Egitto risalenti alla stessa epoca.
Questa testa antica di oltre 6000 anni è una delle più antiche rappresentazioni antropomorfe di tutta l’Africa. Ha un aspetto inquietante per la sua fissità e probabilmente non sfigurerebbe tra le più elaborate maschere di Halloween.

Autore: Marina Celegon

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