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Ilaria Pettinelli. L’Eta’ Infantile in Archeologia attraverso gli Ex Voto della Chiana.

Nell’antichita’ il mondo relativo all’Infanzia ruotava intorno a complesse caratteristiche che tanto si discostano dalla nostra sensibilità attuale: basti pensare che appena nato, il bambino veniva giudicato degno o meno di essere allevato. A questo riguardo va sottolineato come ad un tale approccio sociale, forse non siamo stati finora molto abituati a riflettere in quanto solo recentemente i dati di alcune sepolture e gli studi antropologici dei resti stanno iniziando ad influire maggiormente sulla tematica.
Premettendo l’importanza di un contesto generale simile, dal momento che gli aspetti legati alla fertilità, maternità e salute dei bambini sono particolarmente ben rappresentati nei Luoghi Sacri riferiti al territorio della Valdichiana, passiamo ora ad esaminare su di un piano prettamente archeologico connesso all’età dell’Infanzia, le Offerte Votive che riguardano gli Infanti attraverso i principali contesti e Siti archeologici di riferimento.
I nuovi nati costituivano un aspetto fondamentale nella vita quotidiana per la prosecuzione non soltanto dei singoli nuclei familiari ma anche per la comunità stessa dove il tasso di mortalità era molto elevato; parliamo infatti di cinquecentotrenta morti ogni mille nati.
Cercando di improntare una sintesi che possa fornire un quadro il più possibile completo rispetto all’ampia trattazione, iniziamo con l’esaminare la classe degli Ex Voto o “Ex Voto Suscepto” ovvero “secondo la promessa fatta”, riferiti agli Infanti in Fasce.
La classe in questione è una classe ben diffusa e conosciuta e si colloca tra il quarto ed il secondo secolo di età repubblicana nei Santuari e nei Luoghi di Culto ma può proseguire anche in un periodo successivo, con ulteriori attestazioni oltralpe e con rinvenimenti davvero notevoli. Si parla infatti in alcuni casi anche di centinaia di reperti.
Tra le varie riproduzioni si assiste ad una differenza qualitativa sostanziale.
Normalmente sono oggetti prodotti in serie a basso costo con dettagli schematici o addirittura a volte anche del tutto assenti. Nelle botteghe si assemblavano corpi modellati grossolanamente a mano con matrici utilizzate per effettuare i volti ma queste venivano anche usate più volte ed adattate su volti di bambini più grandi, magari di cinque o sei anni.
Si denota qui una connessione frequente legata ad altri elementi della maternità come mammelle ed organi sessuali che sono propri di Ex Voto per la salute della gravidanza come del bambino in generale.
Nonostante la maggior parte dei rinvenimenti sia attribuibile essenzialmente ai Santuari dell’Etruria e del Lazio in realtà anche nella Valle del Clanis questi Ex Voto Fittili sono ben presenti e sono dislocati essenzialmente lungo un tracciato viario che collegava Arezzo con Cortona fino a raggiungere il centro della Valle.
Le attestazioni più a nord sono quelle di Arezzo provenienti dal Parco Archeologico Etrusco di Castelsecco dove vi è un grandissimo Santuario che sorge proprio a ridosso di Arezzo a controllo di una viabilità che tramite la Valle del Cerfone controllava la Valdichiana e la Valtiberina. Questa forse è la stipe più grande perché legata a circa una settantina di esemplari riferiti a varie matrici in corso di studio mentre non possiamo riferirci purtroppo ad ulteriori casi del territorio che sono stati trafugati in seguito a scavi clandestini.
Lungo dunque la ben nota viabilità che unisce Arezzo con Cortona si concentra la maggior parte dei rinvenimenti dal Periodo Etrusco Arcaico fino a quello Tardo Antico dove una chicca è dettata dal ritrovamento da parte di un contadino in un campo, di un frammento di Ex Voto associato alla forma di una mano, seppure incompleta.
Oltre a tutta una serie di bambini conosciuti di Arezzo abbiamo anche ritrovamenti simili dalla zona della Badiòla di Chiusi, da Peciano di Cortona, da Colle Arsiccio di Magione, e poi dalla Grotta Lattaia di Cetona anche con notevoli tracce di colore.

Nessuno di questi ritrovamenti è finora legato ad una situazione termale mentre troviamo certamente la presenza di Acqua Termale presso il celebre Sito Archeologico di San Casciano dei Bagni dove gli Ex Voto costituiscono una percentuale notevole nel complesso delle Offerte trovate nella Vasca Sacra. Qui si concentrano copiose quantità di Ex Voto di bambini in bronzo sempre in itinere perché ricordiamo che lo Scavo al Bagno Grande è uno scavo molto importante che continua a stupire tutt’ora.
Il Tema dell’Infanzia era molto sentito nel Santuario Bagno Grande e le offerte costituiscono la versione in metallo di quelle in terracotta. Qui sorprendono le caratteristiche dei volti molto simili per produzione, a quelle dell’area di Castelsecco precisando che il bronzo rispetto alla versione fittile, ci permette tuttavia di apprezzare maggiormente alcuni particolari.
Analizzando qui alcuni esempi più peculiari e meno noti tra i copiosi ritrovamenti, troviamo un bronzetto di un Infante che indossa un amuleto conformato a lunula ovvero un amuleto il cui stile è conosciuto in tutto il Mediterraneo e che le fonti letterarie attribuiscono al genere femminile mentre in realtà il dato archeologico delle sepolture ci informa che veniva indossato sia da uomini che da donne ed è legato ad un culto lunare, ctonio.
L’amuleto fornisce una comparazione molto bella perché ritroviamo uguale amuleto anche indossato al collo di una figura femminile in terracotta di epoca ellenistica derivante dal Sito Archeologico di Colle Arsiccio di Magione, rappresentata nell’atto di stringere con le dita il seno, simboleggiando in questo modo l’allattamento.
La lunula tutt’ora in alcune tradizioni popolari è considerata un amuleto contro i problemi di dentizione e contro le convulsioni, malattia associata proprio alle fasi lunari.

Veniamo ora ad analizzare un aspetto così caratteristico come quello delle Fasce.
Un mondo che ci viene descritto con dovizia di particolari da Sorano di Èfeso nel suo “Trattato sulle Malattie delle Donne” che sottolinea come si dovesse Fasciare il bambino al nono giorno d’età dopo averlo cosparso di sale e come la fasciatura servisse per mantenere gli arti dritti per una crescita corretta.
Platone invece nelle leggi raccomanda di Sfasciare il bambino non come indicato dal Sorano dopo sessanta giorni dalla nascita ma addirittura a due anni d’età perché considerava non solo il metodo della Fasciatura come correzione degli arti ma anche come correzione morale.
Al contrario l’assenza di Fasciatura era considerata causa di deformità, di conformazione curva e larga ed in particolare Ippocrate riferisce difficoltà una volta adulti, di allattamento e di procreazione.

Ci sono molte raffigurazioni medievali di Bambini in Fasce anche di foto d’epoca più recenti dal momento che questa pratica nel Sud Italia si protrae fino agli anni cinquanta e sessanta, che mostrano i vari tipi di Fasciatura e quindi anche di conseguente Sfasciatura delle membra che avveniva appunto in modo graduale.
Sorano ci descrive tra l’altro, anche un tipo di Fasciatura particolare detta Tessalica che veniva realizzata mettendo il bambino su una sorta di sostegno rigido o stuola al quale veniva Fasciato insieme ed a Bagno Grande è stato riconosciuto proprio un ritrovamento che presenta questa caratteristica.
Interessanti interpretazioni su cui ragionare riguardano l’aspetto estetico dei volti di questi Infanti che a volte per quanto riguardava la terracotta potevano apparire come lineamenti dettati da un’assenza di caratterizzazione oppure volti che potevano risultare più maturi rispetto alla reale età.
È probabile che tali elementi fossero dovuti sia ad un intento dell’artigiano o ad una sua imperizia dettata da fretta come anche alle tipologie di matrici utilizzate che venivano ripetute allo stesso modo su lavori diversi comportando una vera e propria serialità dei processi produttivi su corpi di bambini di età invece distinte.
Altra interpretazione può inoltre essere posta su un intento di non voler chiedere una grazia limitata solamente ad una specifica tappa dell’età ma di voler invocare una protezione che vertesse ad una generale complessità d’insieme che precede l’età adulta.

Analizzando la questione, un caso particolare tra i ritrovamenti di Bagno Grande riguarda un aspetto senile di un infante in bronzetto in Fasce che presenta un caso di polidattilia asimmetrica in cui sono presenti cinque dita su un piede e sette dita su l’altro piede. Qui è certamente poco probabile un’imperizia artigiana perché l’Offerta è appunto in bronzo.
Proprio Plinio ci ricorda che il sesto dito si pone come non rispondente all’ordine naturale.
Un’analisi stimolante potrebbe derivare dall’arte medievale dove la raffigurazione del bambino già formato trova un paragone in Gesù Bambino anch’esso raffigurato con il volto di adulto per simboleggiare la perfetta concretezza fin dalla nascita.

Un altro bronzetto di Bagno Grande appartiene ad un Infante Fasciato lasciando scoperto solo il viso ed i piedi attraverso una Fasciatura che sale sopra la testa formando due punte. Anche in questo caso l’aspetto è marcatamente adulto. La forma del cappuccio potrebbe suggerire un’ipotesi di relazione con alcune figurine di genio incappucciato ed essere collegata al culto dell’Infanzia e della fecondità noto in tutta Europa, culto che poi culminerà nel primo secolo dopo Cristo nella figura di Telesforo, Dio fanciullo personaggio della mitologia greca, tutelare dei bambini e della fertilità e riconosciuto come colui che porta a termine la guarigione rappresentando il Passaggio dalla Malattia alla Salute perchè Dio della convalescenza.
Alcuni esemplari di Ex Voto sono infine emersi dall’Area Termale del Sito Archeologico di Campo Muri a Rapolano Terme in provincia di Siena, una zona anch’essa segnata dal reperimento di molti bronzetti.
Il luogo è caratterizzato dalla presenza di Acque Termo Minerali che hanno modellato il territorio con una massiccia presenza di travertino comportando una duplice valenza, naturalistica ed economica per via della presenza di importanti cave di estrazione.
Proprio la presenza di una di queste Cave ha minacciato pesantemente il Sito Archeologico. Il limite di Cava è posto infatti a stretto confine con la restante estensione di tutta l’Area Archeologica, fortunatamente protetta con battaglie legali di vincolo archeologico e archeologico- paesaggistico.
All’interno dell’area è presente un importante punto denominato Buca delle Fate. Buca delle fate consiste in una cavità formata negli anni settanta del secolo scorso quando si tentò di iniziare un’attività estrattiva presto bloccata dal locale gruppo archeologico al momento in cui ci si accorse che stavano emergendo i ritrovamenti di veri e propri “ammassi di bronzetti”.
Lo scavo archeologico in questo punto ha permesso di individuare una stipe votiva sorta intorno a punti termali ormai prosciugati e pietrificati. Le stratigrafie, le strutture, sono completamente inglobate nel travertino quindi non è stato facile scavare distinguendo il travertino naturale da quello utilizzato per costruzione ed addirittura i reperti di bronzetti, terrecotte e ceramica sono stati scavati direttamente con lo scarpello in quanto incorporati nella pietra.
Intorno alla Sorgente fu costruita verso la metà del terzo secolo avanti Cristo una vasca dove furono gettate nel tempo offerte di diversa natura tra bronzetti, vasetti miniaturistici, maschere umane come per Bagno Grande, Infanti in Fasce, tutti inseriti nelle basette di travertino.
Anche qui abbiamo una forte connessione con la fertilità e la maternità, confermata in particolare dal ritrovamento di un utero in terracotta.
A livello stratigrafico si distinguono diversi momenti rapportati a diverse fasi rituali perché i bronzetti sono apparsi concentrati tutti su un lato ed i vasetti miniaturistici sono apparsi disposti anch’essi in un’altro.
All’interno della stipe si denota una differenziazione sia stratigrafica che spaziale.
La stipe a questo punto viene chiusa da uno strato di tegole posizionate in piano su cui vengono adagiate delle teste votive in terracotta, in posizione supina.
Questa chiusura prelude alla definitiva monumentalizzazione del Sito che cessa al contrario di San Casciano, presumibilmente, la funzione rituale. Il Sito si espande e diventa serie di un grande edificio molto articolato con una grande piscina termale adiacente alla Sorgente un tempo utilizzata dunque come Luogo Sacro. La piscina in questione conserva ancora i suoi gradini e risulta completamente concrezionata dal travertino che si è formato attraverso lo scorrere dell’acqua.

Autore: Ilaria Pettinelli – ilaria.pettinelli@tim.it

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