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ISRAELE. Orecchino d’oro: antilope o cervo?

Nella città di Gerusalemme, all’interno del Parco Nazionale delle sue Mura, nella Città di David, a sud del Monte del Tempio, nel sito archeologico chiamato parcheggio di Givati Parking Lot, era in atto una serie di ricerche e scavi, in un edificio databile fra il III ed il II secolo a.C.; questo periodo corrisponde all’era ellenistica, iniziata nell’anno 332, quando Alessandro Magno intraprese la campagna contro la città, assalendola e conquistandola. In quel periodo, il governo era tenuto dai Tolomei e da Seleucidi.

Le operazioni erano dirette da Yuval Gadot dell’Università di Tel Aviv e da Yiftah Shalev della IAA (Israel Antiquities Authority).
Dopo gli scavi di un paio di centinaia di metri, essi hanno rinvenuto un orecchino d’oro, la cui forma non consentì di stabilire se fosse maschile o femminile, ma considerato che l’area di ritrovamento era nella parte più importante della città, sicuramente il proprietario o la proprietaria apparteneva alla classe più alta e ricca della società. Del resto, sicuramente gli abitanti di quella zona erano persone benestanti o agiate, mentre i contadini erano stanziati in aree periferiche.
Se l’orecchino avesse un significato religioso o culturale non è dato conoscerlo, ma che fosse bello e caratteristico non vi erano dubbi. Si tratta di un accessorio di cui si sono trovati elementi in tutto il Mediterraneo, in modo particolare in Grecia e nelle sue isole, mentre (e ciò ha suscitato la sorpresa da parte degli archeologi) non è ritenuto tanto comune in Israele, come lo dimostra l’affermazione di Gadot, quando conferma che quella era la prima volta che, in Israele, si aveva un tale ritrovamento.
Del medesimo parere sono stati gli archeologi dell’Università Israeliana di Haifa, Ariel Polokoff e Adi Erlich, che hanno avuto modo di esaminare a fondo l’oggetto di cui trattasi.
L’orecchino è in filigrana, a forma di semicerchio, della lunghezza di 4 centimetri, e raffigura un animale con le corna, forse un’antilope o un cervo, con la bocca, gli occhi ed i tratti del muso ben disegnati, tanto da riconoscere che il suo autore era un abile orefice. Non è stato possibile stabilire se fosse un accessorio usato da uomo o donna, ma c’è solo da riconoscere che è bello e caratteristico.
Il reperto di Gerusalemme dimostra, una volta ancora, che l’orecchino era un gioiello amato già nei tempi antichi e che il suo possesso aveva quella importanza che non solo si è mantenuta, ma si è pure accresciuta con il trascorrere dei secoli, al punto di essere, oggi, forse l’accessorio maggiormente amato e, pertanto, diffuso nel mondo intero.

Autore: Mario Zaniboni – zamar.22blu@libero.it

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