Archeologi hanno annunciato di aver portato alla luce un mausoleo risalente a circa 2mila anni fa nel sito della città gallo-romana di Vienne, nel dipartimento del Rodano (poco più a sud di Lione), secondo quanto riporta l’Agence France-Presse (Afp). In Francia, stando a ciò che asseriscono i ricercatori, si tratta di una scoperta «eccezionale», sia per la sua portata, sia per il suo stato di conservazione.
Durante gli scavi nel sito di Saint-Romain-en-Gal è emersa la forma arrotondata di un mausoleo, tipica dell’inizio dell’Impero romano, che deve esser stato alto sei metri.
È stata una «grande sorpresa, molto emozionante», ha dichiarato con entusiasmo alla stampa Giulia Ciucci, dottoressa in archeologia e responsabile del sito, uno dei più grandi complessi urbani della civiltà gallo-romana portati alla luce in Francia.
Dopo oltre dieci anni di sospensione degli scavi, nel 2024 alcuni studenti di archeologia ed i loro insegnanti hanno riaperto un cantiere didattico alla ricerca di un grande mosaico. Al suo posto hanno scoperto la parte superiore di questo mausoleo.
Il cantiere non svelerà tanto presto i suoi misteri: alla fine di agosto gli scavi devono interrompersi. Riprenderanno nell’estate del 2026.
Il loro scopo sarà scavare la camera funeraria e scoprire l’identità di colui o colei che vi riposa. Si tratta indubbiamente di un personaggio illustre di Vienna (nome dato a questa città diventata colonia dell’Impero romano nel 47 a.C.) e probabilmente molto apprezzato nella Roma dell’imperatore Augusto, ritiene Giulia Ciucci.
Infatti, insediandovi i suoi soldati più meritevoli, Cesare ne fece anche la città di un’élite gallica precocemente romanizzata. E «questa architettura funeraria, molto simile a quella del mausoleo di Augusto a Roma, la dice lunga sull’importanza del suo proprietario e rende questa scoperta eccezionale», assicurano la studiosa archeologa ed Émilie Alonso, direttrice del museo e del sito di Saint-Romain-en-Gal.
«Finora in Francia sono stati censiti 18 mausolei di questo tipo, ma pochissimi sono visibili» perché coperti da costruzioni più recenti o non altrettanto ben conservati, dice Giulia Ciucci.
In un altro cantiere, i futuri archeologi e i loro insegnanti hanno portato alla luce i resti di «tre negozi», come riferisce l’archeologo Benjamin Clément, responsabile dello scavo. Questi reperti consentiranno di «comprendere meglio l’ultima fase degli scambi economici nell’antichità, piuttosto poco conosciuta: quella dei negozi e del commercio di prossimità».
Autore: Vittorio Bertello
Fonte: www.ilgiornaledellarte.com 21 ago 2025












