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CHIUSI (Si). Statue cinerarie chiusine.

Intorno alla metà del VI secolo a.C. nelle botteghe chiusine ha inizio la produzione delle statue cinerario in pietra che continuerà fino alla prima età ellenistica.
Si ricollegano alla tradizione del canopo e consistono in raffigurazioni maschili e femminili o gruppi, stanti (l’unico esemplare stante noto, proveniente da Chianciano Terme, è esposto al British Museum) o più frequentemente sedute su trono (le donne risultano sempre sedute su trono). Le sculture più antiche riproducono figure maschili.
Tali statue – che venivano collocate all’interno di tombe a camera – sono dotate di tronco o testa mobili che fanno da coperchio ad una cavità ricavata nel torace, nella quale venivano conservati i resti del defunto. I monumenti, di significative dimensioni, sono stati ritrovati sovente in grandi complessi tombali e sembrerebbero riferibili a personaggi di altissimo rango
Di seguito, alcuni dei cinerari della specie tra i più noti.
– La cd Mater Matuta – esposta al Museo Archeologico Nazionale di Firenze – fu rinvenuta nel corso degli scavi diretti da Luigi Dei nel 1845-1846, in località Pedata, ad 1 km da Chianciano Terme. La statua – databile al 450 a.C. – era posta al centro di una tomba a camera: all’interno del cinerario erano conservati uno spillone d’oro con globetti lavorati a filigrana, un anello d’oro con figura di guerriero, due orecchini a spirale, un balsamario attico a testa di donna. Il cinerario, in pietra fetida, fu realizzato in quattro parti e subì un primo restauro nell’800 e poi di nuovo dopo l’alluvione del 1966. In quest’ultima occasione furono eliminate le integrazioni ottocentesche. La figura femminile seduta in trono reca in grembo un bambino e fu identificata dal momento della scoperta con la dea italica protettrice dell’aurora della fecondità e della nascita. La statua monumentale (alt. cm 90; lungh. cm 58; largh. cm 50) ha capelli raccolti e trattenuti da una benda, occhi a mandorla, naso diritto, labbra carnose ed indossa una veste panneggiata. La testa ed i piedi sono mobili. I braccioli del trono hanno forma di sfinge accovacciata.
– Il cd Plutone, conservato presso il Museo Archeologico A. Salinas di Palermo, fu realizzato, in calcarenite e travertino, in cinque pezzi. La statua venne rinvenuta nel tumulo di Poggio Gaiella a Chiusi nel corso degli scavi 1839 -1840. Il monumento, che faceva parte della prima Collezione Bonci Casuccini (costituita da Pietro Bonci Casuccini nei primi decenni dell’800) fu venduto dalla ridetta famiglia al Museo di Palermo con atto del 1° dicembre 1865, nell’ambito dell’alienazione della Collezione in oggetto.
Rappresenta una figura maschile barbata (defunto o divinità!) in posizione seduta su un trono con spalliera ricurva e suppedaneo. La figura indossa lungo abito dal quale sporgono gli avambracci e i piedi con calzari. Gli avambracci sono appoggiati sulle ginocchia ed hanno le mani chiuse per impugnare un oggetto oggi perduto (uno scettro, un bastone ricurvo?). La scultura è caratterizzata dalla posa frontale e dal sorriso arcaico. La statua è databile al 550 a.C.
– Statua di Proserpina/Persefone – attribuibile al V secolo a.C. – conservata al Museo Archeologico Nazionale di Chiusi.
Rappresenta una donna seduta su trono con le mani appoggiate sulle ginocchia. Le mani hanno le palme rivolte verso l’alto, la destra forma un pugno, la sinistra semiaperta contiene un oggetto rotondo identificato come una melagrana, frutto sacro alla dea della natura e degli inferi Persefone. La statua, in terracotta, ha mani e piedi modellati a parte. La testa, asportabile, è stata rifatta nel secolo scorso.

Sulle statue cinerario chiusine cfr, tra gli altri:
– Museo Archeologico Nazionale Chiusi Guida a cura di Mario Iozzo e Francesca Galli, Edizioni Luì, 2003, pagg. 33 – 34;
– informazioni ed immagini sul sito Facebook “Museo Archeologico Nazionale di Firenze” e sul blog del Museo (Mater Matuta);
– Giulio Paolucci, Il Territorio di Chianciano Terme dalla Preistoria al Medioevo, Multigrafica Editrice, 1988, pag. 67 (Mater Matuta);
– F. Fabrizi / G. Paolucci, Chiusi rivivere il passato, Edizione Montepiesi, 1980, pagg. 25 – 26;
– Chiusi Siena Palermo La Collezione Bonci Casuccini, Catalogo a cura di D. Barbagli – M. Iozzo, Protagon Editori,2007, pagg. 335 – 336 (Plutone);
– informazioni ed immagini sul sito Facebook “Museo Nazionale Etrusco di Chiusi” (Proserpina).

Di seguito immagini delle statue cinerario Mater Matuta, Plutone e Proserpina.

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

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