La memoria minerale che si nasconde in un manufatto antico (un gioiello, un ornamento, un’arma) comincia molto prima che il pezzo sia forgiato, ben prima della comparsa dell’umanità e forse della Terra stessa; eppure il metallo vi prende – nella sua natura che potenzialmente, nelle giuste condizioni, fonde e muta all’infinito – una forma che cristallizza per sempre un tempo e un luogo.
Il pugnale portato da un uomo dell’età del Bronzo, la fibula che chiudeva il suo mantello sono fermi, conservati in una teca di museo, e testimoniano ciò che possiamo sapere su quell’era.
L’archeologia e la storia ci aiutano a capire e contestualizzare, ma possono peccare di un eccesso di astrazione: per comprendere realmente che cosa significasse fabbricare quel pugnale, che strumenti servissero, forse anche quali pensieri si pensassero, bisognerebbe provare a farlo.
Un archeometallurgo, quale è l’autore di questo libro, è in grado di compiere quel passo che scavalca i secoli, riportando in vita quella memoria, per così dire riscaldandone la portata antropologica: dopo approfonditi studi ed un apprendistato da artigiano Alessandro Pacini ha imparato e coltiva l’arte di riprodurre gli oggetti in metallo, utilizzando con scrupolo filologico le tecniche antiche.
In queste pagine, ragionate e amorevolmente arricchite di immagini, dettagli, fonti bibliografiche, si dipana il racconto delle procedure adottate per realizzare riproduzioni di pregio, delle soluzioni ideate per superare le difficoltà pratiche, ma traspare anche una interessante riflessione sul rapporto che abbiamo con ciò che i nostri lontani antenati hanno lasciato, e su come dovremmo interpretarlo.
Nella prospettiva di chi lavora con le mani, la conoscenza passa imprescindibilmente per l’esecuzione: un “imparare facendo” che rende il ruolo dell’artigiano persino più rilevante di quello dello studioso, nel momento in cui la replica di un manufatto non ha più solo lo scopo di fornire dati scientifici su come esso sia stato creato, ma quello di inseguire il significato del gesto, la contemplazione, l’avvicinamento alle logiche della natura, elementi che sono rimasti immutati nei millenni.
Alessandro Pacini, artigiano orafo specializzato in archeometallurgia, si è laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Firenze con una tesi sulle pietre preziose al tempo dei Medici. Dal 1994 sperimenta le tecniche metallurgiche dell’antichità. Dal 1998 al 2006 ha collaborato con Edilberto Formigli alla direzione dei seminari di archeometallurgia di Murlo (Siena). È stato per dieci anni docente incaricato presso la Scuola di Alta Formazione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Ha partecipato come relatore a convegni internazionali di archeometallurgia e pubblicato monografie e contributi in riviste di settore.
Vedi locandina allegata: Passeggiate nell’orto metallurgico
Info:
Graphe.it edizioni, 2025
Prefazione Grazia Marchianò
Dimensioni 15×21, con alette
Pagine 290
ISBN 9788893722438
€ 17,90
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Una presentazione del volume viene fatta ad Arezzo, presso il Museo Archeologico, venerdì 30 maggio 2025, alle ORE 16,00.
In questa occasione l’autore parlerà della tecnologia dei grandi bronzi dell’antica Grecia, in particolare della fusione a cera persa, presentando una nuova ipotesi di lavorazione.