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ERCOLANO (Na). Focus sulla Casa del bicentenario, con restauro in diretta da “prima” e “dopo”.

Focus sulla “Casa del bicentenario”, dove proseguono le attività di restyling ordinario e straordinario.
Come vedere, ‘prima’ e ‘dopo’, il restauro in diretta, partecipato, di detta struttura residenziale di epoca romana, di circa 600 mq, sepolta durante l’eruzione del Vesuvio del ‘79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell’antica Ercolano: la denominazione deriva dal suo rinvenimento, avvenuto esattamente a 200 anni dall’inizio delle prime scoperte del meraviglioso sito.
Non un semplice restauro, ma un intervento complesso, condiviso e spiegato, di uno degli edifici simbolo del Parco archeologico di Ercolano, oggi al centro di una nuova fase di conservazione che, come appena detto, coinvolge direttamente anche il pubblico.
Riaperta nel 2019 dopo un lungo e delicato intervento di messa in sicurezza, la domus è ora interessata da ulteriori lavori conservativi che non interrompono la visita, ma anzi la arricchiscono. Il cantiere si configura, dunque, come un laboratorio a cielo aperto, dove rigore scientifico, trasparenza, valorizzazione e condivisione con il pubblico, si coniugano armonicamente, offrendo ai visitatori l’occasione rara di osservare da vicino il lavoro dei restauratori, che consente un confronto immediato tra le superfici già restaurate e quelle ancora in fase di intervento, rendendo percepibile il celebre “prima e dopo” che, diversamente, potrebbe essere percepito all’esterno come un semplice intervento estetico.
I visitatori, cioè, possono ammirare le aree restaurate nelle campagne precedenti e seguire dal vivo le nuove opere nell’atrio della “Casa del Bicentenario”, comprendendo così l’importanza e la complessità dei lavori di conservazione. Intanto ciò che appare come una trasformazione visiva, è in realtà il risultato di operazioni complesse, mirate non a “rifare”, ma a ridurre le cause del degrado, stabilizzare i materiali e restituire alle superfici la loro patina storica, senza cancellarne il tempo. È questa, si sottolinea, la buona pratica del restauro archeologico: un equilibrio delicato tra conservazione, leggibilità e rispetto dell’autenticità. La conservazione di un sito come Ercolano, esposto agli agenti atmosferici ed al passare delle stagioni, richiede cura continua e programmata.
Il Parco ha strutturato negli anni un articolato sistema di manutenzione ciclica, che comprende interventi di prevenzione, monitoraggio e miglioramento dello stato conservativo. Aprire questi cantieri al pubblico, si spiega ancora, non risponde solo alla curiosità del visitatore, ma ad una scelta culturale precisa: rendere comprensibile il valore della conservazione, mostrando quanto lavoro, competenza e responsabilità siano necessari per permettere la fruizione di oggi e quella delle generazioni future.
L’attuale cantiere di manutenzione straordinaria, finanziato con Legge 190, rappresenta una nuova tappa, un passo rilevante, nel percorso di crescita, riqualificazione e tutela in sicurezza del Parco, quale continuità del primo grande ciclo di manutenzione straordinaria, concluso nel 2021, il cui progetto era stato donato al Parco, dal Packard Humanities Institute (PHI).
Oggi il Parco Archeologico di Ercolano gestisce in autonomia progettazione e lavori, facendo tesoro degli approcci innovativi sviluppati in oltre un decennio di collaborazione pubblico-privata. Un modello virtuoso che riflette anche la visione di David W. Packard, orientata a rafforzare le competenze e la responsabilità dello Stato nella tutela del patrimonio.
Ma c’è di più. Con la ripresa dei lavori alla Casa del Bicentenario, il Parco e il team del PHI ricordano con commozione Giuseppe Giordano, restauratore del Consorzio Roma, recentemente scomparso. Il suo contributo professionale ed umano, in particolare nel grande cantiere del 2019, resta un esempio di dedizione, competenza e passione per il mondo del restauro archeologico.
Valori aggiunti che rendono la Cultura sempre più inclusiva e di forte spessore universale.

Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it

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