Un emendamento alla legge finanziaria rischia di sconvolgere le procedure che consentono, in occasione di lavori pubblici, di condurre una serie di indagini diagnostiche per verificare la possibile presenza di siti di interesse archeologico: parliamo dell’archeologia preventiva. È l’emendamento ‘Matera-Gelmetti’ all’Art. 108-bis della legge di bilancio, con il quale si propone di modificare l’articolo 28, comma 4 del d. Lgs. 22 gennaio 2004 n.42 (Codice dei Beni Culturali e Ambientali).
Proprio grazie allo strumento dell’Archeologia Preventiva è possibile evitare la distruzione informazioni di natura archeologica, rendendo compatibili la tutela del patrimonio e la realizzazione delle opere. Tali misure preventive facilitano e accelerano le opere pubbliche, evitando così dispendiose e annose varianti di progetto (1).
Ne è un caso esemplare l’esperienza di archeologia preventiva vissuta dagli archeologi della società archeologica ETHRA di Taranto, presso via Scipione Ronchetti, ai margini del centro storico di Altamura, in provincia di Bari.
Un recente articolo sulla rivista Antrocom Journal of Anthropology, a firma di Silvia Cagnetta, Vincenzo Stasolla, Riccardo Chiaradia e Ebe Chiara Princigalli, mette in evidenza l’importanza di recuperare la memoria dei luoghi che altrimenti verrebbero distrutti e dimenticati durante l’esecuzione dei lavori urbani (2).
L’intervento archeologico d’urgenza condotto nel luglio 2023, ha portato allo scavo stratigrafico di un contesto funerario ecclesiastico di età moderna, afferente alla chiesa di Sant’Antonio dei Padri Minori Conventuali, demolita tra il 1902 e il 1905. Lo scavo, condotto in urgenza durante i lavori di sostituzione di un cavo elettrico, ha portato alla luce resti umani in cattivo stato di conservazione a causa del terreno molto umido e di precedenti scavi per la realizzazione di sottoservizi.
La tomba 1 (T.1), priva di rivestimento e di elementi strutturali, ha restituito un singolo individuo in deposizione primaria. La tomba 2 (T.2), delimitata da murature in calcarenite, conteneva i resti di un individuo in deposizione primaria insieme a ossa disarticolate in giacitura secondaria, determinando un numero minimo di individui (MNI) di 11 (9 adulti e 2 subadulti). L’analisi antropologica ha rivelato indicatori di stress fisiologico infantile (ipoplasia dello smalto), carie dentali e osteoartrite. La cultura materiale associata, tra cui bottoni, ceramiche, medaglie devozionali, grani del rosario e un reliquiario eucaristico, supporta ulteriormente l’interpretazione di quest’area come un contesto sacro destinato alle sepolture.
La classificazione di alcuni tra i reperti documentati e soprattutto la consultazione delle fonti storiche tramandate, inducono ad inquadrare il contesto ed i rinvenimenti in un intervallo compreso tra XVII sec. e fine del XVIII sec., con attività di sepoltura probabilmente cessate dopo il 1809, in seguito al decreto napoleonico che proibiva le inumazioni intramurali.
A dimostrazione che la Tutela per i Beni Culturali non è affatto la sola conservazione dei beni materiali che costituiscono il paesaggio, bensì è la tutela di quei professionisti senza i quali quel paesaggio, così come oggi lo percepiamo, non esisterebbe.
Note:
(1) Volpe G. (2025), Drill baby drill. La maggioranza vuole le opere pubbliche senza prima fare indagini archeologiche, in Huffingtonpost 24 novembre 2025. https://www.huffingtonpost.it/blog/2025/11/24/news/anche_in_archeologia_prevenire_e_meglio_che_intervenire_a_posteriori-20583962/
(2) Cagnetta S., Stasolla V., Chiaradia R., Princigalli E.C. (2025), Sotto la città. Applicazione di archeologia preventiva per un contesto funerario di età moderna in Antrocom Journal of Anthropology 21-2, pp. 117-128. https://antrocom.net/archives/2025/volume-21-number-2/sotto-la-citta-applicazione-di-archeologia-preventiva-per-un-contesto-funerario-di-eta-moderna-via-scipione-ronchetti-altamura-ba/
Autore:
Vincenzo Stasolla – vinc.stasy@gmail.com












