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ASCOLI PICENO. L’anellone Piceno.

È conservato nei musei più importanti d’Europa ma è anche uno dei reperti meno compresi dell’archeologia italica preromana.
L’Anellone Piceno, infatti, rinvenuto esclusivamente in sepolture femminili dell’area compresa tra la Valle del Tronto e quella del Tenna (Marche centromeridionali e Abruzzo settentrionale), continua ad interrogare storici, archeologi e antropologi sulla sua funzione e sul suo simbolismo.
Caratterizzato da una forma ad anello nodoso e realizzato con leghe di rame, stagno e altri metalli, l’Anellone nel tempo è stato identificato come ornamento sacro, simbolo di status, corona onoraria, arma rituale, oggetto magico o pre-monetale. Nessuna interpretazione, però, è mai riuscita a convincere del tutto gli studiosi. E proprio questa ambiguità ne alimenta il fascino.
In questa intervista, insieme all’antropologo Giacomo Recchioni vengono esplorate le molteplici valenze dell’Anellone, da simbolo etnico-politico a strumento rituale, da mistero archeologico a chiave di lettura per la storia profonda di un intero popolo.

Cosa sono gli anelloni a nodi e quali le caratteristiche principali?
Il cosiddetto ‘anellone piceno’ è considerato come un reperto archeologico distintivo dell’area picena centro-meridionale. La sua distribuzione era maggiormente capillare tra la valle del Tronto e quella del Tenna, nella Provincia di Ascoli Piceno e di Fermo. Tale indecifrabile oggetto bronzeo, oggi simbolo identificativo della civiltà Picena, è composto da rame e stagno, in piccola percentuale da piombo e in modo minore antimonio, argento e arsenico. Tutt’ora è esposto nelle più importanti collezioni archeologiche al mondo, come al Cabinet des Mèdailles di Parigi o al Louvre, Mariemont, Madrid, Landesmuseum Karlsruhe, Römisch, Germanisches Zentralmuseum, Mainz, Roma, Milano, Novara e Firenze, anche se tutt’ora se ne disconosce l’uso.

Perché questi reperti si trovano esclusivamente in sepolture femminili e in un’area geografica così ristretta?
Il fatto che questi reperti sono stati scoperti nella maggior parte dei casi in sepolture femminili, deposti nella zona addominale-pelvica, è una delle poche certezze che abbiamo e rimanda ad una forte valenza sacrale e magico-religiosa dell’Anellone, in qualche modo correlata alla vita ed alla fecondità. L’oggetto in questione. per quanto riguarda la sua diffusione, alla luce delle passate e recenti acquisizioni, potrebbe alludere ad un segno distintivo etnico-politico all’interno di un sistema a carattere cantonale.

Quali sono le ipotesi più accreditate sul significato simbolico degli anelloni? E quali, invece, gli elementi oscuri e controversi?
Studiato a partire dal 1727 da alcuni eruditi, tra i primi a fornire una risposta scritta di una certa eco fu il padre di Giacomo Leopardi, il Conte Monaldo, il quale in una corrispondenza al Conte Bruti scrisse che l’armilla picena fosse stata una corona onoraria. In breve, in altre ricerche, l’anellone piceno invece fu considerato come un dono militare ed arma degli atleti Cuprensi, un utensile ginnico simbolo dell’indipendenza picena, tirapugni, uno strumento musicale o un oggetto dal valore pre-monetale.
Ultimamente, come riportato nel mio saggio Pikenoi, alcuni studi scientifici avrebbero evidenziato tracce di cuoio negli anelli, indizio che potrebbe far pensare al fatto che l’oggetto fosse deposto sopra un cuscino o legato ad una sorta di cintura. Probabilmente, l’ipotesi settecentesca data dall’abate G. Colucci, che vedeva nell’anellone piceno un oggetto dal ruolo estetico, si concilierebbe sia con il fatto che il cerchio bronzeo possa essere stato allacciato con stringhe di cuoio al ventre o sotto il collo, simile alla maniera con cui i guerrieri indossavano il disco-corazza e sia con il valore magico-religioso, sacerdotale o apotropaico rilegato al reperto. Non va obliato infatti che appena realizzato, l’anellone, si presentava dorato e luccicante, come un vero e proprio gioiello dalle enormi dimensioni e che le armille furono introdotte nell’antica Roma proprio dai Sabini, capostipiti, secondo la mitologia italica, del popolo piceno.

Cosa ci dicono gli anelloni sulla posizione sociale e religiosa delle donne nella società picena?
In alcuni studi l’enigmatico Anellone Piceno viene messo in relazione alla Dea madre adorata dai Piceni, alle iniziazioni femminili ed ai misteri lunari, tenendo in considerazione che la verga bronzea nella quasi totalità dei casi è stata rinvenuta sopra al ventre e impugnata nella mano destra, quasi a connotarne una funzione sacerdotale legata al culto indigeno della dea Kupra e\o al ruolo primario che la donna dovette avere in qualità di riproduttrice.

Autore: Caterina Angelucci

Fonte: www.artribune.com 21 ago 2025

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