Le fonti raccontano che i Siracusani capeggiati dal Tiranno Dionigi il Vecchio (Dionisio I di Siracusa) nel 384 a.C. saccheggiarono il santuario di Pjrgi, porto della città etrusca di Caere.
L’operazione si inserisce in un più ampio contesto caratterizzato dalla contrapposizione tra il Tiranno e gli Etruschi (alleati dei Cartaginesi, ma anche degli Ateniesi, entrambi nemici dei Siracusani), nel periodo inziale del IV secolo a.C.
Relativamente all’Adriatico Dionigi decise di fondare città per assumere il controllo delle rotte navali del delta padano ed espandersi nell’Epiro, realizzando punti di approdo per le navi con obiettivi strategici ma anche commerciali.
Per quanto concerne il Mar Tirreno l’iniziativa più significativa fu sicuramente il sacco del santuario di Pjrgi; notizie in merito ci vengono fornite da Diodoro Siculo (Biblioteca Storica XV 14, 3-4), dallo pseudo-Aristotele (Oeconomicon II 2, 1349b), da Strabone (V 2, 8) e Polieno (V, 2, 21).
Dagli autori antichi risulta che Dionisio, trovandosi a corto di denaro, guidò una flotta di sessanta triremi (sul numero le fonti non concordano, qualcuno parla di 100 navi) contro il porto di Pjrgi. Col pretesto di eliminare i pirati etruschi mirava in realtà ad impossessarsi delle molte offerte votive custodite nel santuario.
I Siracusani sbarcarono di notte, eliminarono le poche sentinelle sul posto e si appropriarono delle ingenti ricchezze del tempio ed in particolare di non meno di 1000 talenti. La presenza di monete è stata confermata da un gruzzolo di tetradrammi in argento – coniati da Atene e da città siceliote – rinvenuto all’interno del tempio A.
L’esercito ceretano accorso in aiuto fu sbaragliato e tra i soldati etruschi furono catturati molti prigionieri. Dopo aver devastato il territorio di Caere gli aggressori fecero ritorno a Siracusa.
Dalla vendita del bottino furono ricavati non meno di cinquecento talenti. L’attacco quindi fruttò complessivamente circa 1500 talenti.
Lo scontro tra le milizie siracusane e quelle etrusche risulta attestato anche dalle numerose ghiande missili in piombo rinvenute negli strati più recenti delle aree sacre di Pjrgi.
Si ritiene inoltre che l’iniziativa militare contro Pyrgi possa essere inquadrata nell’ambito di una più ampia intesa tra Siracusani e Galli (Romolo A. Staccioli) finalizzata ad eliminare un nemico comune. Alcuni autori antichi (Diodoro Siculo, Strabone), infatti, fanno riferimento ad una sconfitta subita da una banda di Galli ad opera di un esercito di Caere in una località imprecisata dell’Italia, che sarebbe avvenuta in concomitanza con il saccheggio di Pyrgi.
La spedizione contro il porto di Caere forse non fu solo un atto di pirateria anti-etrusca, volto ad appropriarsi delle ricchezze del tempio, ma potrebbe essere stata parte di un piano – poi non realizzato – di colonizzazione e di strategia commerciale lungo le coste del Tirreno (in questo senso Massimo Pallottino). Le fonti (Strabone) in effetti riconducono l’attacco siracusano di Pyrgi nell’ambito di un più vasto programma che avrebbe dovuto coinvolgere anche l’Isola d’Elba, la Corsica e la Sardegna.
Successivamente al saccheggio ed alla distruzione del 384 a.C. le strutture furono ripristinate ed il porto e le aree sacre continuarono ad essere utilizzati.
Sul saccheggio di Pjrgi cfr., tra l’altro:
– Pyrgi Porto e Santuario Marittimo della Città Etrusca di Cerveteri Materiali per una Visita dell’Area Archeologica, Edizioni Quasar, 2025, pagg. 81 e ss.;
– Giuseppe Monte, Sulla dynasteia di Dioniso I di Siracusa: politica ed economia, Tesi di laurea, Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Lettere e filosofia – Corso di laurea in Scienze Storiche, anno accademico 2010-2011, Relatore Ch.ma Prof.ssa Giovanna Bruno Sunseri;
– Romolo A. Staccioli, Storia e Civiltà degli Etruschi, Newton Compton Editori, 1991, pag132;
– Massimo Pallottino, Etruscologia, Hoepli, settima edizione rinnovata, pagg. 234 e ss.
Di seguito immagini del porto e del santuario di Pjrgi e ritratto di Dioniso I pubblicato da Guillaume Rouille (1518 ? – 1589) in Promptuarii iconum insigniorum.
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com













