Si è conclusa la campagna di scavi 2025 al Castello di Corviano, nel comune di Soriano nel Cimino.
Nel corso dei lavori sono stati aperti due saggi di scavo. Il primo, all’interno della rocca, ha portato alla luce un edificio ecclesiastico di età altomedievale circondato da un cimitero con tombe a fossa. Nell’aula è stato identificato un fonte battesimale e sono stati recuperati frammenti di arredi liturgici, tra cui resti di un ciborio e una colonna con capitello a foglie. Il secondo saggio, aperto lungo il perimetro fortificato, ha permesso di iniziare a leggere la complessità architettonica della struttura difensiva, sviluppata in più fasi tra l’Alto e il Basso Medioevo.
Attualmente i reperti sono in fase di studio nei laboratori dell’Università della Tuscia (Unitus) a Viterbo, dove si stanno effettuando le operazioni di pulitura, siglatura e catalogazione.
«I dati raccolti, riferisce l’Unitus in un comunicato, gettano nuova luce sulla vita religiosa e insediativa di Corviano, attiva almeno fino a fine XIII-inizi del XIV secolo, epoca in cui il sito è stato abbandonato».
La campagna, condotta sotto la direzione scientifica di Giuseppe Romagnoli, docente del Distu (Dipartimento di studi linguistico-letterari, storico-filosofici e giuridici), coinvolge gli studenti e le studentesse dell’Unitus (corsi di laurea triennale e magistrale in beni culturali e scuola di specializzazione in beni archeologici) e da altri atenei internazionali, in particolare dalla Francia e dalla Georgia.
Il progetto si svolge grazie a una concessione di scavo della Soprintendenza e si avvale dei sostegni del Museo dell’Agro cimino (diretto da Giancarlo Pastura) e del Comune di Soriano nel Cimino. I lavori di Corviano fanno parte di un più ampio programma di archeologia pubblica.
«L’iniziativa ha l’obiettivo, comunica ancora l’Unitus, di avvicinare il pubblico alla ricerca archeologica e rendere accessibile il sapere scientifico attraverso strumenti di comunicazione efficaci e inclusivi».
Dopo la pausa estiva, tra settembre e ottobre, riprenderanno le attività con il completamento della cartografia del sito, una ricognizione archeologica dell’area e nuovi momenti di incontro pubblico.
Nel 2026 la campagna riprenderà con nuovi saggi di scavo e ulteriori attività di archeologia pubblica, confermando il castello di Corviano come centro di riferimento per la ricerca scientifica sul Medioevo nella Tuscia e un modello di collaborazione tra istituzioni, università e territorio.
Autore: Vittorio Bertello
Fonte: www.ilgiornaledellarte.com 1 ago 2025












