Nel terreno resti di corpi di madri. Lì accanto, ciò che rimane di alcune borse, “ovetti” o porte-enfant decorati con denti di canidi. Dentro, i resti dei bambini. E’ probabile che le madri inserissero i bambini piccoli, in quei sacchetti chiedendo protezione ai fedeli cani e ai lupi caritatevoli, presso le divinità del bosco? Cosa segnano quelle morti contemporanee? E le sacche appartenevano alla quotidianità ordinaria o erano contenitori per l’aldilà?
A Uttenweiler, nella regione del Baden-Württemberg (Germania), è emersa una scoperta toccante: ventitré neonati vissuti tra il 1500 e il 1200 a.C. sono stati sepolti all’interno di borse rituali, ornate con denti di cane e lupo. Le analisi archeologiche e antropologiche condotte sul sito hanno rivelato un complesso sistema di credenze che, in quell’epoca remota, univa simbolismo, protezione magica e legami tra l’uomo e l’animale.
Il sito archeologico è stato individuato durante scavi preliminari per lavori di costruzione. Le sepolture, incredibilmente ben conservate, si distinguono per la presenza di resti di borse di stoffa o cuoio ormai decomposte, ma riconoscibili grazie agli elementi ornamentali sopravvissuti: perline, fibbie, ganci in metallo e, soprattutto, denti di animali cuciti lungo la superficie. All’interno di queste borse, accuratamente deposte nel terreno, gli archeologi hanno trovato i resti di ventitré bambini, tutti morti in tenerissima età.
La particolarità più evidente delle borse è la decorazione costituita da denti di cane – in particolare canini e incisivi superiori e inferiori – cuciti in file regolari sulla parte anteriore dei sacchetti. Su alcuni ganci metallici delle cinture che sorreggevano le borse, erano invece applicati denti di lupo. Questo dettaglio ha condotto i ricercatori ad ipotizzare che tali denti avessero un significato rituale: simboli di protezione, amuleti contro gli spiriti maligni o strumenti per accompagnare l’anima del bambino nell’aldilà.
I cani, da sempre vicini all’uomo, erano ritenuti animali liminari, in grado di viaggiare tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In molte culture arcaiche, la loro funzione era proprio quella di accompagnatori delle anime. Inoltre, il cane svolgeva un ruolo di protezione nei confronti dei neonati: questa concezione è sopravvissuta anche in epoche successive, come dimostrano alcune sepolture associate al culto di Ecate, in cui scheletri infantili sono stati ritrovati accanto ad ossa o denti di cagnolini.
Il lupo, più distante e selvaggio, aggiungeva probabilmente una valenza ulteriore di forza e potenza, forse evocando la capacità di sopravvivenza nel mondo naturale od il legame con spiriti ancestrali. L’unione tra i denti di cane e di lupo amplificava dunque il potere simbolico della sepoltura.
Gli archeologi del Landesamt für Denkmalpflege Baden-Württemberg e dell’Università di Tübingen hanno eseguito una dettagliata analisi del DNA sui resti, confermando l’età neonatale dei defunti e la loro appartenenza ad un’epoca del tardo-bronzo. Le borse, purtroppo, non sono sopravvissute nella loro interezza, ma sono rimasti i residui di cuoio e le cuciture di denti e perline hanno permesso di ricostruirne la forma e la funzione.
I manufatti ritrovati nel sito di Uttenweiler trovano eco in altri contesti archeologici europei, dove oggetti di uso quotidiano si trasformavano in veicoli per il sacro: borse, amuleti, animali miniaturizzati, elementi naturali. In questo caso, però, la concentrazione e la ripetitività delle sepolture infantili indicano un rituale codificato, probabilmente connesso ad un culto locale legato alla protezione dell’anima neonatale.
In molte culture indoeuropee, il cane era associato alla divinità funeraria o psicopompa. Esempi si ritrovano in Grecia, con Cerbero, il cane a tre teste guardiano dell’Ade, ed in contesti celtici, dove i cani compaiono accanto a figure divine legate alla guarigione, alla morte ed alla rinascita.
Autore: Federico Bernardelli Curuz
Fonte: www.stilearte.it 11 luglio 2025












