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POMPEI (Na). Il cavallo bardato del comandante, l’ultimo eccezionale ritrovamento.

Bellissimo, con la moderna sella di legno e bronzo appena montata dagli inservienti, il muso ornato da luccicanti finimenti riccamente decorati, il cavallo del comandante militare era ancora legato nella stalla quando, dalla bocca del Vesuvio, è arrivato il vento di fuoco che ha tolto ogni speranza di sopravvivenza a chiunque non fosse riuscito a fuggire. La sua è stata una morte atroce forse condivisa con il suo padrone e le persone che in quel momento lo stavano aiutando a partire, chissà, forse per tentare un estremo soccorso ai civili in pericolo nelle ore più buie di Pompei.
È l’ultima scoperta dei nuovi scavi in una tenuta suburbana ricca come la Villa dei Misteri e già chiamata la Tenuta del Sauro Bardato, che ora verrà “indagata e restituita al pubblico”, come spiega il direttore degli scavi di Pompei Massimo Osanna. Lo splendido sauro, probabilmente di un altissimo magistrato militare, era ancora legato in una grande stalla con altri due o forse tre cavalli di gran razza.
“Deve avere fatto una fine atroce, soffocato dalle ceneri che invasero l’ambiente o sopraffatto dallo choc termico all’arrivo della nube piroclastica”, i vapori bollenti che nelle ore finali spazzarono via ogni speranza di sopravvivenza per chi non aveva fatto in tempo a scappare.
La grande tenuta alla quale apparteneva la stalla, e che era la residenza di quello che si immagina essere stato un generale o comunque un altissimo magistrato militare, si trova nella zona suburbana di Civita Giuliana a Nord della cittadina campana. Parzialmente indagata da privati agli inizi del Novecento e poi di nuovo seppellita, la Tenuta del Sauro Bardato è stata assediata negli ultimi decenni dai tombaroli.
“Il ritrovamento eccezionale della stalla con il cavallo bardato è solo la prima di tante importanti scoperte che contiamo di fare – sottolinea Osanna – perché la villa, anche stando a quello che venne ritrovato a inizio Novecento – era di grandissimo pregio, con ambienti riccamente affrescati e arredati, sontuose terrazze digradanti che affacciavano sul golfo di Napoli e Capri, oltre a un efficiente quartiere di servizio, con l’aia, i magazzini per l’olio e per il vino, e ampi terreni fittamente coltivati”.
Una tenuta prestigiosa, quindi, che nella parte residenziale “era al livello della celeberrima Villa dei Misteri”, ribadisce il direttore. Tanto che “per il 2019 sono stati stanziati dai fondi ordinari del Parco un milione di euro per le indagini archeologiche e un altro milione per l’esproprio dei terreni sui quali si dovrà scavare”.
I vecchi scavi
Una serie di scavi che vennero fatti agli inizi del Novecento dal marchese Imperiali, allora proprietario del fondo, avevano portato alla luce alcuni ambienti affrescati insieme a suppellettili e oggetti che poi in parte furono venduti ai musei, ma che oggi sfortunatamente sono andati perduti, anche in seguito al bombardamento che nel 1943 distrusse l’Antiquarium del parco. Di quegli ambienti di lusso giudicati alla stregua della celeberrima Villa dei Misteri, ci restano oggi solo alcune foto in bianco e nero scattate dal marchese prima di dare ordine ai suoi uomini di seppellire nuovamente tutto.
Altri scavi parziali, a metà degli anni Cinquanta, hanno messo in luce anche la presenza di un lunghissimo, imponente porticato sul quale si affacciavano ambienti affrescati in stile pompeiano. E che si trattasse di un posto favoloso, lo prova anche l’attività incessante dei tombaroli, che negli ultimi decenni hanno continuamente tentato di aprire cunicoli alla ricerca di tesori. Proprio un’indagine della Procura di Torre Annunziata sugli scempi degli scavi clandestini ha convinto il Parco a intervenire con nuovi studi, spiega Osanna, deciso a riportare alla luce il prestigioso complesso che può raccontare molto della vita a Pompei e della storia degli ultimi giorni della cittadina romana.

Fonte: www.rainews.it, 23 dic 2018

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