Sia le pareti esterne che quelle interne del monumento sono decorate con bassorilievi con festoni, decorazioni floreali, teste di animali, scene mitologiche e religiose: predominano i riferimenti alle radici storiche e alle tradizioni religiose di Roma, assieme all’esaltazione della discendenza divina della Gens Julia come mostra il rilievo della Saturnia Tellus (la più antica divinità italica)Questo è uno dei pannelli conservati meglio infatti è quasi totalmente integro. Si tratta di una complessa allegoria di una mitica terra dell’Età dell’oro. Il rilievo raffigura una figura matronale seduta con in grembo due putti e alcune primizie. Ai lati si trovano due ninfe seminude, una seduta su un cigno in volo (simbolo dell’aria), e l’altra su un drago marino (simbolo del mare); questi due animali rappresentano la serenità della pace, cioè terra marique: la pace in terra e in mare. Anche il paesaggio ha elementi allegorici: a sinistra è fluviale, con canne e un’oinochoe dal quale fluisce l’acqua, al centro è roccioso con fiori e animali (una giovenca sdraiata e una pecora che pascola), mentre a destra è marino.
La scena ha più interpretazioni: la figura centrale potrebbe essere una Venere Genitrice o una personificazione dell’Italia, o della Pax: queste interpretazioni erano fuse in un’ideologia ambivalente della Pax Romana. L’ascendenza ellenistica si rivela nella suggestione paesistica anche se manca, quell’abbandono fantastico che contraddistingue i migliori rilievi ellenistici, perché le forme ampie e armoniose si organizzano in una composizione rigorosamente ordinata. Ciò è ancora più evidente nella Processione dedicatoria nel quale l’ordine della sintesi narrativa si anima nella personalità dei volti che discende dalla ritrattistica e nel realismo del panneggio che rispecchia i costumi romani. Notevole è anche la trovata dei due piani successivi che creano un nuovo piano prospettico, e l’abbandono della norma dell’isocefalia (le teste poste tutte allo stesso piano) mediante l’introduzione di figure di bambini. Così la tradizione etrusco – italica si affianca a quella ellenistica, e il tutto tende a dare un quadro di vita vissuta perfettamente funzionale allo scopo pedagogico e propagandistico cui l’opera era destinata. Questo contribuisce anche a creare un senso di freddezza: l’insieme appare come “messo in posa” per una cerimonia ufficiale e priva di spontaneità. Quest’atteggiamento “letterario”degli scultori dell’Ara Pacis fa sì che le parti più significative siano quelle puramente ornamentali: le fasce a festone con fiori e frutta e i girali le cui volute di acanto si svolgono armoniosamente ampie.
Decorazioni esterne.
Sui lati lunghi è rappresentata la processione della famiglia di Augusto e dei sacerdoti. Mentre sui lati corti sono rappresentati: Romolo e Remo, la Terra (Pax Augusta) e Antonia Minore, il piccolo Germanico, Druso e i piccoli Domizi.
Decorazioni interne.
La superficie interna del monumento riporta in basso scanalature verticali simulanti una palizzata, riproduzione di quella provvisoria eretta alla constitutio dell’ara. Questo steccato veniva costruito per i templi augurali che precedevano il luogo sacro vero e proprio. In quello superiore si trovano festoni sorretti da bucrani (crani di buoi con ghirlande), con al centro ghirlande e phialai. Anche questo motivo deriva dalla costruzione provvisoria lignea del 13 a.C. tra i due ordini corre una fascia a palmette e fiori di loto.
Elementi decorativi.
I Festoni rappresentati internamente
Il motivo dello zoccolo che circonda l’Ara
Bibliografia:
Piero Adorno, L’arte italiana G. d’Anna, 1985.
R. Bianchi Bandinelli e M. Torelli, L’arte dell’antichità classica, Etruria-Roma, Utet, Torino 1976.













