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Puglia: Lo scempio di Pulsano.

Ventisette luglio 2001 e 15 aprile 2005: c’è un filo che unisce queste due date. Dopo una difficile gestazione durata vent’anni, la Regione Puglia dà alla luce la nuova legge urbanistica: la numero 20 del 27 luglio 2001.

Una legge che avrebbe dovuto finalmente concedere ai Comuni l’agognata possibilità di approvare autonomamente i propri strumenti urbanistici. Una piccola clausola di salvaguardia fu tuttavia introdotta, sul baratro della paradossale assenza di uno sfondo programmatico e pianificatorio provinciale e regionale. A quali direttrici provinciali e regionali dovevano attagliarsi i piani comunali? La clausola stabiliva che comunque veloce e sollecita fosse stata la redazione del piano comunale, il documento doveva superare l’accertamento di compatibilità con un piano sovraordinato. Solo il piano paesistico del 2000, fortemente settoriale e dalla corta visione strutturale, potè essere promosso all’uopo. Ma a clausola corrisponde controclausola. Limitiamo, si disse, il tempo di accertamento a cinque mesi: trascorso il quale, senza risposte da parte della Regione, il piano si intende approvato per silenzio-assenso.

La realtà di questi quattro anni invece ci ha portato un gravoso arretrato di decine di piani in giacenza, che aspettano l’approvazione pur essendo ormai pericolosamente obsoleti. Peraltro, i nuovi piani stentano a decollare poiché manca il Drag, documento generale di norme e procedure di implementazione. In sostanza, il vigore della pianificazione regionale è ancora irragionevolmente sopito. Nonostante l’assenza di direttive di riferimento e di attuazione, alcuni Comuni sono riusciti a inviare i piani in regione per il visto di compatibilità. Con contenuti incongrui, incompleti, erronei e, dunque, potenzialmente dannosi per le comunità.

La prospettiva è grave, per una Puglia dotata di emergenze ambientali e culturali notevoli. Arriviamo così al fatidico 15 aprile 2005, giorno in cui il primo piano urbanistico redatto con la nuova legge potrà godere del silenzio-assenso. Che si tratti di un piano ricolmo di errori, incongruenze, sperequazioni ben documentati da centinaia di pagine di osservazioni critiche di cittadini ed enti, cosa importa? Che proponga iperdimensionamento edilizio, soluzioni urbanistiche inammissibili, o che danneggi il già provato patrimonio naturalistico, mortifichi le potenzialità turistiche costiere, incoraggi lo svuotamento del centro, non consideri le potenzialità agricole, né rispetti le norme del piano paesistico, a chi interessa? Questo cerbero che fagocita il futuro delle nostre comunità, unico in Italia, è approvato ugualmente.

È il piano di Pulsano, prevedibile capostipite di una nuova sequela di strumenti della distruzione pianificata della Puglia più bella.

Sarebbe saggio che la nuova giunta regionale affrontasse questi mostri, magari partendo dal Drag. Personalmente la mia sola preoccupazione, ormai, è capire cosa dirò ai miei figli, quando mi chiederanno perché nessuno di noi è riuscito a conservare l’ambiente più in là del nostro spudorato egoismo.

Fonte: La Repubblica 23/04/05
Autore: Domenico Camarda
Cronologia: Arch. Romana

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