Archivi

NEMI (Roma). La villa di Caligola.

villa caligola

villa caligolaIl grosso problema è la gestione dell’area archeologica presso la Valle del lago. L’unico a sfruttare queste bellezze è un privato la cui proprietà rimane attaccata all’area archeologica.
Un sito pieno di archeologia, tecnologie e in continua scoperta ma che però non è affatto valorizzato e promosso. I custodi di questo sito sono dei privati che organizzano visite guidate ed eventi a tema. Ne la soprintendenza e ne il Comune di Nemi incentivano la promozione di questo tesoro archeologico di inestimabile valore.
Le scoperte potrebbero avere un richiamo d’attenzione mondiale e invece non va in questo modo. Siamo in Italia. Addirittura sta riaffiorando la villa dell’imperatore Caligola. Le nuove indagini consentono oggi di ricostruire nel dettaglio, attraverso le prove archeologiche, la storia e le fasi del santuario di Diana. L’ultima campagna ha messo in campo per la prima volta anche nuove tecnologie. Come rivela la Ghini a Il Messaggero, l’intera area, infatti, è stata ispezionata con ricognizioni “a volo d’uccello” di un drone nelle ultime due settimane di settembre. Ma l’esito deve ancora essere conosciuto.
Nel 2003 è iniziata una collaborazione, ancora in corso, tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e l’Università degli Studi di Perugia per indagini archeologiche nel santuario di Diana nemorense, sotto la direzionescientifica di Giuseppina Ghini, Filippo Coarelli ePaolo Braconi e il coordinamento della dottoressa Diosono.
Il grosso problema è la gestione dell’area archeologica presso la Valle del lago. L’unico a sfruttare queste bellezze è un privato la cui proprietà rimane attaccata all’area archeologica. I turisti non sono incentivati con visite o con navette gratuite che potrebbero essere messe a disposizione dal Comune per visitare questo straordinario rinvenimento. La villa di Caligola, il Santuario di Diana, Il museo delle Navi potrebbero rappresentare un polo museale archeologico di grande rilievo al livello nazionale e internazionale. Manca la promozione e la protezione di queste bellezze a cielo aperto. Il sito non è valorazzato. Ci sono progetti da qui ai prossimi cinque anni per far conoscere e vivere questa continua scoperta?
 
Fonte: http://www.osservatorelaziale.it , 6 ott 2013

Segnala la tua notizia