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Carlo FORIN. La notte del Capodanno.

Ci troviamo qui, oggi 31 ottobre sotto al monte Altare di Vittorio, non solo perché ricorre la celebrazione americana di Halloween, che era Trinox Samoni dei Celti, ma, principalmente, PER INTRODURRE A TUTTI IL FATTO CHE PRIMA ERA KAR MUR. ‘forza della vita-morte’ il Capodanno sumero.

In questo mondo globalizzato non si è ancora fatta una sintesi storico-archeologica che ci dica da dove veniamo. La tradizione anglosassone ha fatto perdurare una festività celtica in America, ma si è perduta coscienza dell’identità con la festività sumera precedente.

Di tre cose ci occuperemo:
a)del Capodanno uguale sumero-celto-Halloween;
b)del nome del tempo: TI ME;
c)delle vere origini della nostra lingua: EME GIR >DINGUA > lingua.

Studiando il nome del monte Altare (libro in mano) io sono arrivato a concludere che era AN TAR ISH nel 2270 a.C., cioè 4276 anni fa, ‘unione e separazione (TAR) del Cielo (AN) e della Terra (IS)’.

Ed è Taranis, dio dei Celti che individuava il Capodanno.
La sillabazione TAR AN IS mostra una identità di sillabe trasposte: AN TAR IS.

Prima di addentrarci nei meandri delle lingue prendiamo il nostro punto di partenza dall’archeoastronomia.
E’ una scienza introdotta in Italia dal dr Sergio Romano (Orientamenti ad sidera) e portata avanti brillantemente da Adriano Gaspani (L’astronomia dei Celti). Dice (: 26) –Come vedremo nel capitolo dedicato alle feste, i Celti scandivano l’anno sulla base di quattro festività rituali, Trinox Samoni, Imbolc, Beltane e Lughnasa […]-.

-Il cielo osservabile ad occhio nudo nel periodo autunnale in cui la festa di Trinox Samoni aveva luogo [501 a.C.], quindi il periodo di inizio dell’anno celtico è ricco di configurazioni stellari molto interessanti.
Partendo dagli oggetti celesti visibili all’alba, abbiamo il fenomeno più rimarchevole dal nostro punto di vista e cioè il levare eliaco della stella Antares, la più luminosa della costellazione dello Scorpione.

Ho contattato e-mail il dr Giuliano Romano che mi ha osservato che il clima continentale dell’Europa era anche allora umido-piovoso. Che perciò vedeva improbabile un’osservazione così difficile da farsi in modo continuo.
Io ne ho dedotto: tutti e due hanno ragione. L’osservazione è abitudine nata in Oriente, dove il secco non disturba il ripetersi dell’evento osservato e l’abitudine si è conservata migrando in Occidente.
I druidi hanno imparato il KAR MUR con TAR AN IS e l’hanno conservato nelle terre d’Europa.


Autore: Carlo Forin

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