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AQUILEIA (Ud): scoperti due mosaici.

Due mosaici e una moneta con l’immagine dell’imperatore Costantino sono stati portati alla luce lunedì scorso nello scavo di via Gemina ad Aquileia. La scoperta, fatta da ricercatori e studenti dell’università di Trieste, è stata accolta con particolare entusiasmo. I reperti, infatti, sono databili con estrema precisione nei primi nni del IV sec. d. C., grazie alla moneta. Forniranno perciò elementi utili per collocare nel tempo anche gli altri mosaici cittadini e apriranno una nuova prospettiva nello studio delle domus dell’epoca tardo imperiale. Elementi questi che hanno permesso a Federica Fontana, ricercatrice del dipartimento di Scienze dell’antichità e direttrice dello scavo, di definire il ritrovamento “eccezionale”. “Si tratta – ha detto l’archeologa – di due mosaici dello stesso periodo, che fanno parte della stessa domus. Il primo, in bianco e nero, è di tipo geometrico. Mentre il secondo, di estrema raffinatezza, è policromo con ghirlande che racchiudono putti danzanti”. La Fontana ha spiegato anche che la “finissima lavorazione” con “tessere minute” rivela che la probabile provenienza dall’ Oriente del mosaico. Anche la cura nella composizione delle figure dimostra una particolare attenzione pittorica. “Elementi – ha precisato – che fanno pensare a una domus di proprietà di una personalità importante dell’epoca, forse di un funzionario imperiale”.

Una prima parte del disegno era emersa nel corso delle operazioni sabato scorso. L’intera composizione è stata portata alla luce – come si è detto – lunedì nel primo pomeriggio. E la moneta è emersa nella parte settentrionale del manufatto. “Nell’ultimo livello del mosaico – spiega l’archeologa – abbiamo trovato una moneta leggibile, raffigurante l’imperatore Costantino, dell’inizio del quarto secolo. Si tratta di un caso più unico che raro che ci permette di datare i mosaici ritrovati in modo preciso. È questa una scoperta rivoluzionaria per gli scavi effettuati sin qui ad Aquileia che potrebbe portare a nuove interpretazioni di carattere scientifico”.

Nelle prossime settimane gli studi continueranno alla ricerca delle tracce della domus.

I ritrovamenti sono stati presentati ieri, alla presenza del rettore dell’ateneo di Trieste, Domenico Romeo, della Soprintendente regionale ai beni archeologici e storici, Franca Maselli Scotti, e degli studenti e dei ricercatori del dipartimento di Scienze dell’antichità che conducono la ricerca. “L’Università di Trieste – ha detto il rettore – si impegnerà per la conservazione e la valorizzazione di questa straordinaria scoperta. La speranza è che i nostri archeologi possano portare alla luce altri ritrovamenti di questa bellezza e importanza. Il mio ringraziamento va poi a tutti gli studenti che hanno dato un contributo concreto durante lo scavo”. La soprintendente, oltre a rinnovare la proposta per l’istituzione di un parco archeologico, ha detto: “Siamo felici di aver in qualche modo favorito questa scoperta, avendo concesso quest’area di scavo al dipartimento di Scienze dell’antichità. Si tratta di un’area dove si trovavano domus di altissimo livello”.

La zona di via Gemina non è però l’unica indagata dagli archeologi triestini. Le campagne di scavo ad Aquileia dell’Università di Trieste hanno infatti dato negli ultimi anni altri interessanti risultati. La prima campagna, diretta da Monika Verzàr-Bass, risale già all’anno 1988 e ha riguardato l’area a nord-est del Foro, dove è stata scoperta una struttura di uso commerciale del periodo tardo antico. Dal 1995 la Scuola di specializzazione in archeologia dell’ateneo giuliano ha intrapreso alcuni scavi nell’area nordorientale della città antica (via Bolivia) dove è stato messo in luce un coerente livellamento costituito da materiale vario prelevato dalle strutture giacenti in loco e da tempo fatiscenti, nonché un imponente tratto, ancora conservato, dei basoli calcarei dell’ antico cardo (l’asse viario Nord-Sud), che delimitava l’ insula abitativa sul lato orientale.

Il ritrovamento di questa strada, negli anni scorsi, ha consentito ai ricercatori dell’ateneo giuliano di proporre alcune ipotesi nuove relative alle dimensioni degli isolati e quindi del tessuto urbanistico di Aquileia. Un lavoro che si è avvalso anche delle migliori tecnologie per la documentazione. È stato infatti creato un Gis dello scavo.

Si tratta di un rilievo informatizzato degli strati e delle strutture, inserito nella topografia della città. A questo sistema è stata collegata una banca dati contenente tutte le informazioni sui materiali rinvenuti. Particolarmente interessante è stata inoltre la scoperta della sovrapposizione di due livelli di pavimentazione stradale, dovuta forse a una trasformazione dell’impianto urbanistico, rispondente ad una nuova fase edilizia di quella parte residenziale.

Fonte: Messaggero Veneto 27/07/05
Autore: Norman Rusin
Cronologia: Arch. Romana

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