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SVELATI I CODICI ‘SEGRETI’ DELL’ARTE RUPESTRE

È stata recentemente identificata la presenza di una struttura elementare nell’arte rupestre che mostra paradigmi e costanti in relazione al funzionamento cerebrale dell’uomo. Un’equipe archeologica del Centro Camuno di Studi Preistorici (Brescia), diretta dal professor Emmanuel Anati, paletnologo di fama, è riuscita a ‘decifrare’ i messaggi grafici di 50-30.000 anni fa rimasti impressi sulle pietre, scoprendo il ‘sistema mentale’ che ha condotto l’uomo a produrre l’arte primitiva.
Da alcuni anni il Centro Camuno, con l’appoggio dell’Unesco e di altre organizzazioni internazionali, ha creato un inventario mondiale dell’arte rupestre di oltre 160 Paesi (il cosiddetto progetto Wara, World Archives of Rock Art).

L’analisi comparativa di questo immenso archivio di pitture e incisioni su pietre ha permesso di scoprire delle caratteristiche ripetitive che mostrano – ha spiegato Anati all’Adnkronos – ”le stesse preoccupazioni e gli stessi processi mentali di sublimazione e di associazione presso varie popolazioni dell’Eta’ della Pietra nel mondo intero”.
Sono state individuate anche alcune regole che sono il riflesso del meccanismo cerebrale dell’uomo, giungendo alla lettura di pitture che si rivelano analoghe in vari continenti per tipologia grafica e associazione tra figure.
Questa scoperta, ha sottolineato il paletnologo Anati, permetterà un nuovo tipo di ricerca sulle origini dell’arte primitiva e sul meccanismo cognitivo primordiale dell’uomo. I risultati delle indagini sono presentati dal professor Emmanuel Anati in due monografie edite dal Centro Camuno di Studi Preistorici, intitolate ”La struttura elementare dell’arte” e ”Lo stile come fattore diagnostico nell’arte preistorica”.

Le ricerche dell’equipe archeologica italiana hanno potuto stabilire la struttura sintattica e grammaticale dell’arte rupestre. Per struttura sintattica si intende il tipo di associazione fra i singoli elementi dell’iconografia, come la presenza o meno della scena o delle sequenze logiche. Per grammatica si intendono le caratteristiche dei segni che sono di tre tipi: i pittogrammi o figure, gli ideogrammi o simboli ripetitivi e gli psicogrammi o espressioni grafiche di sentimenti e sensazioni.
Alcune categorie iconografiche non conoscono la scena aneddotica e descrittiva che risulta essere un’acquisizione relativamente recente del processo cognitivo. Le culture arcaiche usano nell’iconografia due tipi di sintassi definiti ‘associazioni semplici’ e ‘sequenze iconografiche’.
Già a partire da 50.000 anni fa – sostiene Emmanuel Anati – si praticava l’uso di segni astratti convenzionali e ripetitivi simili a quelli delle prime scritture ideografiche sviluppate in Cina o Mesopotamia 5.000 anni or sono. Il soggetto, solitamente figurativo, è circondato da segni che indicano l’azione e gli attributi.
Fonte: CulturalWeb
Autore: Redazione
Cronologia: Preistoria

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