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SPAGNA. Importante scoperta archeologica fa luce su un antico e misterioso popolo.

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La cultura di Tartesso è emersa durante la tarda età del bronzo nella penisola iberica sudoccidentale della Spagna. La cultura è caratterizzata da una miscela di tratti locali paleo-ispanici e fenici, mentre si parlava una lingua ormai estinta chiamata tartessiano.
Il popolo di Tartesso era esperto nella metallurgia e nella lavorazione dei metalli, creando oggetti decorati e oggetti decorativi. Caratteristici i bronzi tartessiani includono brocche a forma di pera, bracieri a forma di piatto poco profondo con manici ad anello, bruciatori di incenso con motivi floreali, fibule e fibbie per cinture.
Si ritiene che adorassero la dea Astarte o Potnia e la divinità maschile Baal o Melkar. Ciò era dovuto all’acculturazione da parte dei loro partner commerciali fenici.
Un comunicato stampa emesso dal Consiglio superiore per la ricerca scientifica (CSIC) ha annunciato la scoperta di rilievi raffiguranti rappresentazioni umane durante gli scavi a Casas del Turuñuelo, un sito tartessiano nella provincia di Badajoz. I rilievi risalgono intorno al V secolo a.C. e sono stati scoperti nei resti di un santuario utilizzato per il sacrificio rituale degli animali.
Il santuario è stato scoperto nel 2017, e lì gli archeologi dell’Istituto di Archeologia di Merida hanno scoperto i resti di 16 cavalli, 2 tori e un maiale. Due dei rilievi sembrano essere figure femminili, che i ricercatori suggeriscono potrebbero essere rappresentazioni del pantheon degli dei tartessiani. Gli altri tre rilievi sono frammentari e in uno stato di conservazione peggiore, tuttavia uno di essi è stato identificato come un guerriero tartessiano.
Il portavoce del CSIC ha dichiarato: “Questa straordinaria scoperta rappresenta un profondo cambio di paradigma nell’interpretazione del popolo di Tartesso, che è tradizionalmente considerato una cultura aniconica per rappresentare la divinità attraverso motivi animali o vegetali, o attraverso betilos (pietre sacre).”

Autore: Lucia Petrone

Fonte: www.scienzenotizie.it, 19 apr 2023

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