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TORINO. Percorso archeologico della Basilica paleocristiana del Salvatore.

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Torino celebra il tricentenario del Museo di Antichità, formatosi nel 1724, con una serie di iniziative promosse dai Musei Reali per valorizzare l’importante Istituzione.
Tra gli eventi più importanti, l’apertura al pubblico per la prima volta del percorso archeologico della Basilica paleocristiana del Salvatore, per mille anni il centro cristiano della città insieme alle vicine chiese di San Giovanni Battista e di Santa Maria.
Alla fine del IV secolo, in un isolato già acquisito ad una destinazione pubblica fin dalla media età imperiale, trova posto la cattedrale dedicata a Cristo Salvatore fatta costruire da Massimo, primo vescovo di Torino, alla vigilia dell’importante sinodo dei vescovi delle Gallie del 398 d.C.
torinoL’edificio basilicale, a tre navate separate da colonne, era dotato di una profonda abside emersa in parte nella cripta del Duomo, mentre un edificio minore anch’esso absidato, ubicato a sud, ospitava probabilmente il battistero ed un lungo vano collaterale settentrionale si allineava all’antico fronte dell’isolato affacciato sul decumano romano basolato.
A cavallo tra V e VI secolo a fianco della basilica del Salvatore vennero inoltre costruite altre due chiese gemelle, di simili dimensioni, dedicate a san Giovanni Battista ed a santa Maria.
A partire dal VII secolo, dapprima l’area antistante la facciata della cattedrale, poi lo spazio del vano collaterale settentrionale, andato a fuoco e non più ricostruito, vennero progressivamente occupate da sepolture, che nella seconda metà del Quattrocento giungeranno a invaderne anche lo spazio interno.
Sul finire del Quattrocento, elevata Torino a sede arcivescovile, le tre vecchie basiliche, risultarono obsolete e il cardinale Domenico della Rovere, vescovo di Torino dal 1482, le fece radere al suolo, per costruire il nuovo duomo rinascimentale, mantenendo la dedicazione a San Giovanni Battista.
Il cantiere inizia nel maggio del 1491 con la demolizione della chiesa del Salvatore, di cui viene risparmiata solo la parete laterale settentrionale e parte del chiostro adiacente; la basilica meridionale di Santa Maria risulta abbattuta a fine anno e in ultimo venne demolita la cattedrale di San Giovanni, ancora officiata fino all’inizio del 1492.
Lo scavo per le fondazioni del duomo nuovo fu realizzato di misura sui profili esterni della nuova fabbrica, risparmiando così le stratificazioni antiche adiacenti, ma nello spazio della cripta interrata, estesa quanto la chiesa superiore ed oggi occupata dal Museo Diocesano, la demolizione e lo sterro quasi totali causarono la cancellazione del S. Giovanni e delle confinanti navate del Salvatore e di S. Maria.
Nel corso del Cinquecento, sul chiostro medievale rimasto a fianco del Duomo, venne infine costruita una manica del Palazzo Vecchio di San Giovanni, che occupava l’intera area compresa fra il Duomo e il teatro romano, saldando il Palazzo del Vescovo al campanile della cattedrale. Qui, nella cantina del palazzo adiacente al campanile del Duomo, furono nascosti, durante il primo turbolento periodo dell’occupazione francese, tra il 1536 e il 1538, due vasi ricolmi di 1037 monete d’argento e 6500 quarti di grosso in biglione, riemersi durante gli scavi del 1996 ed ora esposti in Museo.
torinoLa chiesa del Salvatore fu esplorata parzialmente nel 1909 da Bertea e d’Andrade, a seguito della fortuita scoperta del mosaico del XII secolo con rappresentazione della “Ruota della Fortuna” e della “mappa del mondo”. Recuperato il mosaico, lo scavo fu però interamente ricolmato.
Negli anni Novanta del ‘900 la Soprintendenza ha potuto completare lo scavo in estensione, ripristinando su di esso la pavimentazione di piazza San Giovanni. Restaurata grazie a un primo sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e, successivamente, con i fondi del Ministero della Cultura, l’intera area archeologica è stata consegnata nel 2021 ai Musei Reali di Torino.
Oggi una musealizzazione di impatto, ricca di ricostruzioni tridimensionali del Teatro Romano e del complesso episcopale, restituisce accessibilità e leggibilità a questo straordinario patrimonio di archeologia urbana.
Per una straordinaria esplorazione diacronica della storia della città, la visita alle aree archeologiche si completa con il percorso che si snoda nella Basilica del Salvatore e nel decumano romano attraverso il passaggio dal Teatro, fino alla sezione del Museo di Antichità dedicata all’Archeologia a Torino, valorizzata dal rinnovato allestimento multimediale con una galleria di personaggi illustri.

Fonte: Museo di Antichità

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