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PISA. Le antiche navi di Pisa non stavano nel porto ma in un’ansa del Serchio.

Dopo ampie verifiche scientifiche, la Soprintendenza ha comunicato formalmente che il sito archeologico delle navi di Pisa non era un porto, bensì un’ansa del Serchio, dove improvvise alluvioni avevano fatto affondare parecchie imbarcazioni.
Il comunicato è apparso anche nell’ultimo numero di “Archeo”, una delle più importanti riviste del settore.
È un fatto eclatante perché, per quasi un decennio, convegni, mostre e pubblicazioni non hanno fatto altro che ribadire che lì, a San Rossore, era stato scoperto l’antico porto di Pisa. Il primo studioso a dire che non si trattava di un porto è stato il lucchese Michelangelo Zecchini.
L’archeologo lucchese non era nuovo a exploit del genere. A metà degli anni Settanta cominciò a demolire quello che era considerato un pilastro della storia antica di Lucca, cioè le origini liguri e la derivazione del nome della città dalla radice luk=luogo paludoso.

La scoperta di una serie di tombe e di abitati etruschi dimostrò che aveva ragione e che Lucca ha radici etrusche.
La stessa cosa è successa per le navi di Pisa. La sua frase «se quello è un porto, io sono Michelangelo Buonarroti», per parecchi anni lo aveva messo al centro delle critiche, anche aspre, dei colleghi. Poi la svolta e il riconoscimento che le sue valutazioni erano giuste.

Professore, una bella soddisfazione.
«Non lo nego. Ma la soddisfazione maggiore è che esistono ancora studiosi che hanno il coraggio deontologico di ammettere che hanno sbagliato».

Lei è stato bersaglio di giudizi tutt’altro che lusinghieri.
«È vero, ma lasciamo perdere. Alcuni ritennero che volessi sminuire l’importanza della scoperta. Per me, in realtà, fu solamente una constatazione scientifica».

Ma come mai ci sono voluti dieci anni, una quantità di studiosi e svariati miliardi di lire per disegnare una verità scientifica che oggi appare così semplice?
«È un problema di esperienze e di tipologie di studi. Quando, nel 1997, fui chiamato da Enrico Fazzuoli per partecipare come esperto Rai alle riprese sulle navi di Pisa nell’ambito del suo programma “Linea verde”, potevo contare su esperienze consolidate sia nell’ambito dell’archeologia sottomarina sia nell’ambito dei sedimenti fluviali (zona delle 100 fattorie romane). Di conseguenza, comprendere che quelle navi erano sommerse da limi alluvionali fu pressoché immediato. E mi venne spontaneo affermare che non poteva trattarsi di un porto».

Ora sembra che voglia “salvare” qualche suo collega.
«No. Non è così. Sono abituato a dire quello. Sono persuaso che in una diversa situazione archeologica a sbagliare potrei essere stato io».

Come, per esempio, in piazza Napoleone.
«Non credo proprio. So che c’è chi continua ad agitare ad arte la vecchia litania secondo la quale in piazza Grande avrei scoperto una fogna e non la fortezza Augusta di Castruccio Castracani. Sono convinto che il tempo sia galantuomo e che per piazza Napoleone si ripeterà quanto è successo per il porto di Pisa. E non solo per i dati oggettivi in mio possesso, che sono molto solidi, ma anche perché il tunnel di Castruccio è stato analizzato a fondo dal prof. Massimo Ricci, fra l’altro consulente della Harvard University e fra i maggiori esperti al mondo della cupola del Brunelleschi. Ritengo molto difficile che, con la sua esperienza, Ricci commetta errori nel campo delle architetture antiche. E poi ricordo che Ricci invitò i sostenitori dell’ipotesi contraria a un dibattito pubblico. Ma non si presentò nessuno. Siamo ancora disposti al confronto. Però a condizione che, trattandosi di una discussione scientifica, il livello culturale di chi ci sta di fronte sia adeguato. Non vorrei perdere tempo con gente priva di preparazione. Parleremmo, evidentemente, due linguaggi diversi, e il dialogo sarebbe inutile».

Cambiamo argomento: anticipi un’altra scoperta.
«In uno scavo lucchese diretto dalla Soprintendenza per i beni archeologici sta venendo in luce una straordinaria casa del Mille. Non uno dei soliti lembi di muro, ma una casa intera. Abbiamo iniziato da poco lo scavo e per il momento non posso dire di più».


Fonte: Il Tirreno Pisa, 01/02/2008
Cronologia: Arch. Romana

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