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MILANO. Davanti a Sant’Ambrogio riemergono i cadaveri dei primi martiri.

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La tomba è scavata nella terra nuda, lo scheletro è adagiato in una nicchia, i resti appaiono ben conservati. Da questa sepoltura si può provare a ricostruire come fosse il cimitero dei martiri appena oltre le mura della città, tra il IV e il V secolo, in epoca tardo romana.
I resti sono affiorati nel cantiere del parcheggio interrato accanto alla basilica di Sant’Ambrogio, isolati, fotografati e catalogati dagli esperti della Società lombarda di archeologia. È una scoperta delicata, preziosa ma ampiamente prevista, che arricchisce il tesoro di tracce e frammenti accumulato in questi anni di lavori: “Abbiamo già recuperato una novantina di tombe” chiarisce Anna Ceresa Mori, ispettrice della Soprintendenza per i Beni archeologici.
Gli esperti le definiscono “tombe povere”, difficili da datare. Le prime sono emerse tra il 2005 e il 2006, durante la fase dei saggi archeologici preliminari che hanno anticipato l’apertura del cantiere pesante. L’ultima, lunedì: “È una sepoltura non monumentale, già bonificata” spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Lucia Castellano.
“Ho chiesto una relazione tecnica alla Soprintendenza per accertare che tutto sia a posto. Ma i lavori andranno avanti”. Sul “valore” del cimitero si confrontano e si combattono due visioni culturali alternative. Favorevoli e contrari. Peana in difesa del progetto e ricorsi in Tribunale. Italia Nostra ha presentato un nuovo esposto in Procura, a dicembre, denunciando l’ipotesi di reato di “danneggiamento su cosa d’interesse storico”.
L’azione del comitato no-box, firmata da Luca Carra e Jacopo Gardella, ha il sostegno “tra gli altri” di Cini Boeri, Salvatore Settis, Carlo Bertelli e Pierluigi Cervellati: “Mi auguro” dice Carra “che questa scoperta convinca l’assessore Castellano a bloccare il cantiere”.
Monsignor Erminio de Scalzi, vescovo ausiliare e abate di Sant’Ambrogio, si smarca dalla polemica. La posizione della Chiesa milanese, però, è chiara: si realizzi presto il parcheggio, oppure si blocchi subito. L’agonia di Sant’Ambrogio è iniziata con l’ex giunta Albertini nel lontano anno 2000. La convenzione del Comune con l’impresa privata (la Borio Mangiarotti di Claudio De Albertis, leader dei costruttori Assimprendil e neopresidente della Triennale) risale al 20 aprile 2006 e i lavori sono partiti il 22 novembre 2010. Il progetto “234 posti a rotazione e 347 privati, un project financing da 20, 4 milioni di euro” è stato indagato dalla Procura, modificato, sdoganato da una commissione di saggi, approvato dalla vecchia giunta di Letizia Moratti e confermato dall’attuale amministrazione Pisapia. Il tabellone elettronico installato sul cantiere “informa che mancano 633 giorni” alla consegna dei box e all’inaugurazione dell’isola pedonale.

Fonte:
www.ilfattostorico.com, 18/02/12
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