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MERCURAGO (No). Archeologia nel Parco Naturale dei Lagoni.

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Presso la sponda piemontese del Lago Maggiore, poco lontano dal centro di Arona, si consiglia la visita al Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago, dove non solo è possibile ritrovare il contatto con la natura, ma anche ripercorrere alcune tappe della storia della civiltà umana.
Alla metà circa del 1800 furono rinvenuti alcuni reperti datati ad un periodo che va dal Neolitico all’età del Bronzo (XVIII-XIII sec. a.C.). Grazie alla presenza della torbiera furono ritrovati in ottimo stato di conservazione oggetti realizzati in materiali organici: corde, tessuti, legno, vimini e cuoio. Tra questi spiccano per importanza quattro ruote in legno da carro, di cui ora si conservano solo i calchi in gesso, che si distinguono in due tipologie: una probabilmente utilizzata per un carro pesante da trasporto, l’altra adatta ad un carro leggero, forse un carro da guerra.
L’età del Ferro è invece documentata da una necropoli golasecchiana situata su di una collina di origine morenica, detta Motto Lagone, indagata tra gli anni ’70 e ’90. Tale necropoli è costituita da una decina di tombe, sia ad incenerazione che a inumazione, risalenti al VI-V sec. a.C., i cui corredi erano costituiti da urne, scodelle, bicchieri, vasi, anelli, fibule a sanguisuga, parti di collane in vetro ed ambra.
Arrivando alla nostra era, sulla collina nei pressi del Rio Caneva si trovano circa sessanta sepolture di epoca romana datate tra il I ed il VI sec. d.C. Al centro di quest’area è stata identificata una ustrina, ossia un luogo comune in cui venivano inceneriti i cadaveri. Al suo interno sono stati rinvenuti alcuni piccoli chiodi, probabilmente resti di barelle funebri in legno.
Salendo da questo sito per una decina di metri si raggiunge un’altra necropoli di metà IV fine V sec. d.C. Qui sono state rinvenute solo una decina di tombe con caratteristiche differenti rispetto alle precedenti, il che ha portato ad ipotizzare che si possa trattare di un luogo di sepoltura destinato a personaggi di riguardo. I resti di un insediamento romano, risalente al II-IV sec. d.C., sono  venuti alla luce sul costone rivolto verso il paese di Comignago, dove sono visibili le mura di un’abitazione recentemente scavate e restaurate.
I reperti più importanti frutto delle varie campagne di scavo effettuate all’interno del parco si trovano nei musei archeologici di Torino e Arona. Mentre tutte le aree archeologiche sono facilmente visitabili seguendo il percorso di visita segnalato lungo i sentieri.
Per ulteriori informazioni si può consultare il recente volume “Paesaggi nel tempo. Archeologia nel parco dei Lagoni di Mercurago” di Marco Tessaro, edito dall’Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali del lago Maggiore e corredato di interessanti schede didattiche; ed il sito internet http://www.parchilagomaggiore.it/lagoni.htm
Autore: Caterina Caligari
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