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Loredana GROSSI: Volti femminili negli affreschi di casa Minerbi.

L’agglomerato di case di proprietà della Famiglia Minerbi dal 1867, si affaccia sull’antica via ferrarese di “gioco del pallone” e comprende aree interne e giardini conclusi di grande fascino ed altrettanto interesse archeologico. Numerosi e successivi interventi nel XIV e XV sec. hanno cancellato le decorazioni di stanze con temi figurati o con motivi decorativi nei quali ricorrevano imprese estensi volute dalla famiglia Del sale, di cui si ha memoria a partire dal 1205 e che ricopriva una posizione molto importante nella società cittadina del tempo.

I Del Sale furono Cavalieri del Santo Sepolcro, consiglieri dell’infante Nicolò III° D’Este, certamente mercanti, fecero costruire questo edificio semplice certamente in un settore di rappresentanza della vecchia città.

La Casa era molto importante, costruita in una delle vie più rappresentative dei quartieri più antichi, oltre il Po. L’edificio, che ha esatta corrispondenza fra piano terra e I°piano, ci interessa proprio per gli antichi affreschi del piano superiore. Oggi, agli occhi del visitatore (che ha il raro privilegio di vederle) appaiono due sale affrescate, una più grande, ospita sulla parete più lunga gli affreschi del cosiddetto “maestro di Casa Minerbi”.

Cosa raffigurano le immagini femminili?
All’interno dei riquadri in cui è ripartita la parete, nel registro superiore, sono raffigurate le Virtù cardinali e teologali<(I>, con al centro la gloria di Cristo, che hanno corrispondenza, nel registro inferiore con i vizi capitali.

Trattasi di un esempio di elaborazione pittorica unitaria in un ambiente di rappresentanza. Colpisce immediatamente il rimando ad alcune delle figure incluse da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, a Padova.

LE VIRTU’
la Prudenza bifronte col compasso misura lo speculum mundi (mappamondo),
la Fortezza che veste la pelle di leone e la clava, attributi di Ercole,
la Temperanza nell’atto di chiudere le porte di una città,
la Giustizia che con la bilancia pesa i giusti e gli ingiusti,
la Fede che porta la croce,
la Misericordia che distribuisce i pani,
la Speranza con l’angelo che le porge la corona, simbolo di vita eterna.

I VIZI CAPITALI
la Follia dall’abito discinto e il viso deformato,
l’Incostanza, ma anche Ignavia e Volubilità, che sta in bilico su una ruota,
l’Ira che si strappa le vesti,
l’Ingiustizia col tiranno del malgoverno,
l’Idolatria avvinta alla sua catena che la fa dipendere dagli idoli,
l’Avidità o Invidia che tiene tutto per sé,
la Disperazione che si contrappone alla speranza,

Il Groppo Archeologico si è limitato allo studio e all’interpretazione pittorica di alcune figure femminili che rappresentano le Virtù. Giovani donne belle di forme e ornate nei costumi del tempo che lasciamo trasparire corpi opulenti, nel fiore dell’età. Posano consapevoli e padrone di sé stesse.

Questo ciclo pittorico documenta la cultura aulica e sacrale della seconda metà del 1300 e quella civiltà pittorica padano veneta, nella quale si intrecciano esperienze di grandi artisti.

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Autore: Loredana Grossi
Cronologia: Arch. Medievale

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