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FANO. Berardi protesta Docce scozzesi sul Lisippo.

Notizie contrastanti giungono da Roma sulla restituzione del Lisippo che in un certo momento sollevano apprezzamenti entusiastici e in altri delusioni risentite.

L’impressione è che l’Italia sia impotente a condurre con successo una trattativa che vede contrapposta un’America pressochè intoccabile nelle sue proprietà in qualsiasi modo acquisite. Che il Lisippo sia stato comprato sul mercato clandestino delle opere d’arte è un fatto inoppugnabile; ciò nonostante ancora oggi, nonostante i vari tentativi, non si è individuata la via giusta per reclamarlo. “Le notizie che si susseguono in merito alla sorte dell’atleta di Fano – evidenzia Alberto Berardi che segue con grande attenzione le trattative in corso – il celebre bronzo recuperato in mare al largo della nostra città da pescatori fanesi e giunto illegalmente dopo tante traversie al Getty Museum di Los Angeles sono una continua doccia scozzese.

“Alle calde parole ottimistiche del Ministro Beni Culturali Francesco Rutelli pronunciate durante la sua recente visita nelle Marche che i solerti ma improvvidi esponenti politici locali avevano immediatamente divulgato, seguono ora i concetti glaciali pronunciati a Roma durante la presentazione a Palazzo Massimo dei capolavori restituiti dal Boston Museum of Fine Arts.

“Dopo la proposta del nuovo conservatore del Getty Museum, Michael Brand, di approvare una serie di regole molto severe per gli acquisti futuri ma con la decisione di non rendere le stesse retroattive, Rutelli ha affermato: Lo spazio da percorrere si va assottigliando ma lo percorreremo fino a quando sarà possibile percorrerlo . Aggiungendo: Deve essere però chiaro che l’Italia non firmerà accordi inaccettabili. A Fano si segue con trepidazione la trattativa in corso e la solidarietà con il Ministro è totale. La soluzione extragiudiziale: prestiti lunghi di capolavori dall’Italia in cambio della restituzione di opere illegalmente acquisite appare ancora – evidenzia Berardi – come la soluzione più brillante già accettata dal Metropolitan Museum e dal Boston Museum.

“L’arroganza del Getty si rivela perciò doppiamente intollerabile e deve essere battuta”.

 


Fonte: Corriere Adriatico 01/11/2006

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