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EGITTO. L’Alma Mater e Yale scoprono la più antica immagine di un faraone.

La più antica immagine di un re sacerdote dell’antico Egitto, risalente probabilmente a 3200 avanti Cristo, con una delle prime iscrizioni in geroglifico della storia che testimonia un’antichissima pratica di riscossione delle tasse. L’ha scoperta in Egitto una missione congiunta italo-americana: l’annuncio è dell’Aswan-Kom Ombo archeological project al quale lavorano l’università di Bologna e l’ateneo di Yale.
La scoperta è avvenuta durante il lavoro per realizzare la prima documentazione digitale e grafica di Nag el Hamdulab, sito di arte rupestre scoperto a metà del 900, sulla riva occidentale del Nilo a nord di Aswan. L’immagine, dicono gli archeologi, è straordinaria perché rappresenta la prima raffigurazione di un corteo regale, che verrà poi ripreso nei periodi successivi, composto dal faraone con indosso la corona bianca dell’alto Egitto, accompagnato dal «seguito di Horus», cioè la corte reale.
Il reperto si colloca fra la dinastia zero e la prima dinastia e a rendere ancora più rilevante la scoperta c’è l’individuazione di una delle prime iscrizioni in geroglifico. Il testo fa riferimento ad una barca della «corte di Horus» e rappresenta la prima e più antica testimonianza della pratica di riscossione di tasse da parte del faraone e la prima e più antica forma di controllo economico sull’Egitto e probabilmente anche sulla Nubia.

Fonte: Corriere di Bologna.it , 04 luglio 2011

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