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CHIETI: Archeologia, patrimonio di tutti.

Il corretto uso dei complessi archeologici non riguarda solo gli addetti. Il Comune diede i fondi alla Sovrintendenza: è giusto chiederne conto.

Merita attenzione la polemica scoppiata tra la Sovrintendenza Archeologica e la società Archippe sull’uso della Civitella. Non ci interessa entrare nel merito della polemica, ma affrontare il tema generale che è stato posto: l’uso dei siti archeologici.

Certamente ha ragione chi, come la direttrice della Civitella Adele Campanelli, invoca rispetto per i siti archeologici che sono da “salvaguardare” e “preservare”. E’ di sicuro un preciso dovere, di tutti, non solo di chi sovrintende per ruolo alla gestione del patrimonio archeologico.
Ma, come sempre, c’è l’altra faccia della medaglia: visto che si tratta di patrimonio, è anche giusto far di tutto perché se ne possa in qualche modo godere.
Per quel che riguarda Chieti non si può non ricordare che l’amministrazione comunale ha impegnato negli anni 90 circa dodici miliardi di vecchie lire per un progetto che riguardava quattro siti archeologi cittadini, da recuperare, valorizzare e mettere a disposizione della città. Ebbene quei miliardi dopo tanti anni non hanno ancora prodotto praticamente nulla per Chieti.
I tempietti romani, restaurati, sono nell’abbandono più completo, già interessati da vergognoso degrado. Il teatro romano è praticamente ancora un cantiere aperto. La struttura ipogea, sotto la Banca d’Italia, è di là da venire. Solo le Terme romane sembra che abbiano un futuro diverso, perché sarebbe stato raggiunto un accordo con una associazione locale di cui ancora non si sa molto, ma che dovrebbe almeno consentire alle terme di essere visitate.

Comunque il problema dell’utilizzo dei siti archeologici locali c’è, anche in funzione di quello che la città ha dato.
Sbagliatissimo chiudersi in una torre di avorio e da lì pontificare sul valore di un patrimonio chiuso anch’esso in una cassaforte. E’ ora di affrontare proprio questo argomento, nell’interesse di tutti e soprattutto dei cittadini.

 


Fonte: Cronaca d’Abruzzo 27/06/2006

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