Archivi

YORK (GB). Duemila anni dopo ritornano i gladiatori.

Ottanta scheletri di uomini alti, robusti, feriti da animali feroci e con le teste mozzate. Sono i resti meglio conservati rinvenuti finora di gladiatori romani. Li ha trovati a Driffield Terrace, a Sud-Ovest di York, in Inghilterra, un team di archeologi inglesi, dopo una campagna di scavi iniziata nel 2003 e ancora in corso.
La straordinaria scoperta potrebbe gettare una luce nuova sulla vita nella Britannia romana: York fu in due occasioni, dal 209 al 211 d.C. e dal 305 e 306 d.C., sede imperiale, quando gli imperatori Settimio Severo e Costantino fecero temporaneamente base li’.
Ad accreditare l’ipotesi che si tratti di gladiatori c’e’ un ritrovamento in cui sono evidenti le tracce di morsi di un grande carnivoro, un leone o, forse, una tigre o un orso. Anche altri resti hanno evidenti segni di ferite da armi da taglio e la maggior parte presenta «ammaccature» sulle ossa compatibili con un regime di durissimo allenamento.
«Servono ulteriori verifiche, ma siamo praticamente certi che questi siano scheletri di gladiatori romani o di persone che morirono nell’arena», dice il direttore degli scavi a York, Kurt Hunter-Mann dello «York Archaeological Trust».
Un altro particolare significativo e’ il numero insolitamente alto di individui con il braccio destro piu’ lungo del sinistro: una caratteristica menzionata nella letteratura romana in relazione ai gladiatori. Molti degli 80 scheletri hanno il braccio destro piu’ lungo del sinistro di 1,8 centimetri, secondo le misurazioni degli antropologi della University of Central Lancashire.
Il particolare suggerisce che alcuni individui iniziassero il loro addestramento gia’ nell’adolescenza: l’asimmetria delle braccia puo’ svilupparsi solo prima del completo sviluppo dell’apparato osseo, attorno ai 18-19 anni. Si tratta di maschi molto robusti e di altezza superiore alla media (elemento che avvalora l’ipotesi degli studiosi) e che sono morti lungo un periodo di 250 anni.
I dati finora raccolti in base all’analisi dei crani indicano che questi individui provenivano da diverse parti dell’impero, incluse l’Europa centrale, quella dell’Est e il Nord Africa, vale a dire le tipiche zone di reclutamento dei gladiatori. «Sono scoperte importantissime, non abbiamo cimiteri di gladiatori cosi’ ben conservati in nessuna altra parte del mondo», ha detto Michael Wysocki, docente di antropologia e archeologia legale alla University of Central Lancashire.
Ora uno degli aspetti da chiarire e’ che molti dei corpi sono stati decapitati. E’ noto che i gladiatori sconfitti venivano spesso giustiziati nell’arena dagli avversari, ma gli studiosi hanno sempre pensato che questo avvenisse con un colpo di spada alla gola. Le decapitazioni di York, invece, sono state eseguite dalla nuca e questo indicherebbe l’esistenza di una maggior varieta’ di «colpi di grazia». Molti teschi presentano anche tracce di colpi di mazza alla testa.
Un dato gia’ apparso in un cimitero di gladiatori a Efeso, in Turchia. Gli scheletri di York sono stati datati tra la fine del I e il IV secolo d.C. Quattordici corpi furono sotterrati con viveri e oggetti. La tomba piu’ imponente appartiene a un uomo tra i 18 e i 23 anni, sepolto in una fossa ovale. Con lui sono stati trovati i resti di quattro cavalli, forse consumati durante il banchetto funebre. L’uomo era stato decapitato con colpi di spada alla nuca.
In altre tombe, invece, e’ stato trovato del vasellame. E in una un’intera pecora, mentre altre ancora conservavano resti di cavalli o di polli. E’ noto che, in tutto l’impero, i gladiatori spesso tributavano grandi onori funebri ai colleghi. Spicca poi un individuo sepolto con dei pesanti anelli di metallo alle caviglie. L’esame delle ossa delle gambe indica che, probabilmente, li indossava da molti anni.
C’e’ solo un altro caso simile noto nel mondo romano (a Pompei) ed e’ probabile che si trattasse di una forma di punizione. Gli studi nella necropoli, comunque, sono ancora in corso, ma gli archeologi sono sempre piu’ convinti che la maggior parte di quegli uomini fossero gladiatori.
Un’altra ipotesi e’ che il cimitero fosse terreno di sepoltura per individui condannati a causa di crimini particolarmente gravi e, quindi, non solo grandi criminali ma anche individui costretti a diventare gladiatori e a morire nell’arena.

Autore: David Keys

Fonte: La Stampa, 8-06-2010

Segnala la tua notizia