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TORRE ANNUNZIATA (Na). Scavi di Oplontis in pieno degrado.

Totem illustrativi completamente sfondati e scheletri in ferro all’ingresso, faretti sul marciapiede rotti, paletti lungo la strada di accesso divelti, rifiuti ed escrementi in bella mostra, controlli inesistenti. I continui proclami dei politici li hanno individuati a più riprese come il volano per una rinascita economica, sociale e culturale della città, in nome della loro importanza mondiale, e della loro storia. Oggi, però, gli scavi archeologici di Oplontis mostrano tristemente in tutta la loro crudezza, i segni tangibili di un degrado senza precedenti e di una indifferenza imbarazzante da parte di chi dovrebbe provvedere a rendere uno dei più importanti siti al mondo, quantomeno presentabile agli occhi dei turisti. Turisti che, anche ieri mattina si sono trovati di fronte a dei veri e propri scempi all’interno del sito trasformato in questi ultimi mesi in un enorme cantiere a causa dei lavori in corso messi in campo dalla Soprintendenza. Il risultato è imbarazzante dall’inizio del percorso alla fine dello stesso: la visita è diventata una sorta di percorso ad ostacoli a causa di passaggi chiusi al pubblico che è costretto al cammino a ritroso per visitare tutta la villa: «In questo modo – dice S.M. guida professionista della Regione Campania – è impossibile lavorare. Come se non bastasse – continua – in alcune sale della villa è praticamente impossibile guardare gli affreschi a causa della scarsa illuminazione. Questo è accaduto di mattina, mi chiedo cosa succede nell’orario pomeridiano quando la luce del sole si affievolisce. Custodi? Sono presenti soltanto all’ingresso. All’interno della villa, ci sono affreschi importantissimi incustoditi. Per fotografarli non bisogna usare il flash, ma chi lo dice ai turisti? È un vero peccato che un simile patrimonio sia abbandonato così al proprio destino».
«In qualità di assessore alla cultura del comune di Torre Annunziata – attacca Luisa Stanzione – mi vergogno di fronte a questo scenario. Sono amareggiata. Non si può più restare indifferenti. È deprimente per gli Scavi e per l’intera città. È inutile raccogliere firme per il Fai e per i luoghi del cuore, se poi non mi mettono in condizione di lavorare per un concreto sviluppo turistico. In questo modo anche il mio lavoro, completamente proiettato verso il rilancio degli scavi di Oplonti, viene vanificato. La Soprintendenza mi deve mettere in condizione di lavorare. I turisti che arrivano ad Oplonti sono sempre di meno, e questo è inconcepibile. Se occorre vado a Roma al ministero. Gli scavi devono decollare».

Fonte: Il Mattino, 18 ott 2012

La replica della Soprintendenza sugli scavi di Oplontis.

«La Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei ha più volte fatto presente al comune di Torre Annunziata, della condizione dei totem illustrativi, dei faretti rotti, dei rifiuti di vario genere lungo la strada. Elementi di competenza dello stesso comune al quale è stata chiesta la sistemazione al fine di garantire un dignitoso accesso ai visitatori di Oplontis».
Secca, e diretta, arriva la piccata replica della Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro alle dichiarazioni dell’assessore alla cultura del comune di Torre Annunziata Luisa Stanzione.
«La Soprintendenza mi deve mettere in condizione di lavorare», aveva detto l’assessore di fronte allo scenario attuale che vede Oplontis avvolta in una spirale di degrado e di abbandono. Dichiarazioni che non sono per niente piaciute ai vertici della Soprintendenza. E così attraverso un comunicato la replica non si è fatta attendere. La Soprintendenza chiamata in causa dal comune non ci sta. Tutte le colpe di una condizione vergognosa di uno dei siti archeologici più importanti del mondo, non possono essere addossate interamente ad essa.
La Cinquantaquattro in proposito è chiara: «È assoluta volontà della Soprintendenza – riprende – puntare al rilancio degli scavi di Oplontis, oltre che alla sua tutela e salvaguardia. A tal riguardo, il decollo e la promozione del sito possono avvenire, tenuto conto della difficile realtà territoriale dell’area, attraverso un grande sforzo congiunto con il comune di Torre Annunziata, nel pieno rispetto delle reciproche competenze e nello spirito di una proficua collaborazione».
È evidente però che se la sistemazione deve avvenire all’esterno del sito ad opera del comune, la stessa Soprintendenza deve provvedere alle lacune evidenziate dalle guide all’interno del sito stesso. Anche in questo caso la risposta è secca: «Il cantiere di lavoro in corso all’interno del sito archeologico e definito “scempio” e “percorso ad ostacoli” per i turisti – riprende la Soprintendente – è un necessario intervento di manutenzione, volto a garantire la conservazione oltre che la sicurezza del sito, e pur alterando l’itinerario di visita non impedisce ma al contrario garantisce la fruizione dello stesso al pubblico. Per quanto riguarda il personale, è risaputa la carenza determinata dal blocco del turn over, che attanaglia un po’ tutto il comparto pubblico».
L’assessore alla cultura del comune Luisa Stanzione, abbandona la polemica e apre al dialogo: «Il comune – riprende la Stanzione – non vuole lo scontro. L’ambiente deve essere sereno. L’obiettivo è unico di entrambi: a Oplontis devono arrivare i turisti. La mia critica è stata costruttiva, per il bene del sito. Sono disposta a collaborare con la Soprintendenza anche studiando qualche progetto. Ho chiesto soltanto aiuto, e maggiore collaborazione. A Torre abbiamo bisogno di essere ascoltati. L’amministrazione ce la sta mettendo tutta, ma non ci sono soldi. Speriamo- conclude- negli sponsor. Il bando è pronto».
Il sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita inserisce il sito archeologico di Oplontis in un più ampio discorso che coinvolge tutta l’area archeologica: «La riqualificazione del sito archeologico di Oplontis è inserita come noto in un progetto più ampio che abbraccia anche Pompei. Una parte dei finanziamenti di 105 milioni di euro destinati al sito di Pompei, sarà dirottata su Torre Annunziata. È in questo contesto che va inquadrato il discorso e non nelle singole criticità. È chiaro poi che non può esistere rilancio della zona degli scavi di Oplontis se non c’è sicurezza. Questo è il primo passaggio che bisogna fare, e l’amministrazione comunale sta lavorando per questo obiettivo. Stiamo lavorando con la Regione Campania per mettere in campo un progetto di rilancio turistico di tutta l’area. In questo progetto rientra anche il porto presso il quale arriveranno le navi di turisti che poi faranno un percorso guidato fino agli scavi».

Fonte: Il Mattino, 19 ott 2012

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