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TERAMO. Ritrovato uno scheletro del Neolitico.

Eccezionale scoperta archeologica a Teramo in pieno centro storico, in Via Raneiro 18: un episodio che per gli esperti riscriverà la storia della città ed un rinvenimento che fa dei Teramani una delle etnie più antiche del continente.
Durante i lavori per il posizionamento dei cavi della fibra ottica, un archeologo deputato a seguire lo stato dell’arte ha rinvenuto resti scheletrici che, per il rituale della sepoltura, con la struttura ossea rannicchiata in posizione fetale, possono essere datati addirittura al Neolitico, età della pietra, quindi di circa 5 mila anni prima della nascita di Cristo, quando invece a Teramo si è arrivati “solo” ad un secolo a.C.: sono pochi in Italia i rinvenimenti del genere. A rafforzare la bontà della tesi del rituale neolitico, v’è l’osso del braccio che è proteso verso il mento mentre l’altro è direzionato allo stomaco.
Chiaramente il reperto dovrà essere sottoposto ad indagini tecnologiche come il radio-carbonio che confermerà la datazione, ma gli esperti non hanno dubbi.
«Si dovranno far tornare indietro le lancette della storia locale – spiega il funzionario responsabile della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della sede di Chieti, Vincenzo Torrieri -; la storia di Teramo nasce appunto da questo insediamento neolitico: la città ora è consapevole di avere radici molto indietro nel tempo, tra le etnie più antiche che esistano in Italia e in Europa, sono pochi gli insediamenti neolitici in Italia».
La sepoltura (molto probabilmente potrà far parte di una necropoli) si è rinvenuta ad una profondità di soli 70 cm: «Questo perché nei secoli precedenti, dal 1400 in poi, v’era stato il livellamento verso il basso dell’area della nuova città che stava sorgendo tra Duomo e Piazza Garibaldi, quindi il villaggio neolitico viveva al di sopra dell’attuale Teramo».
La soprintendenza sta seguendo tutte le fasi operative ed il sito in questi giorni verrà vigilato per il suo interesse storico da alcuni agenti della Polizia municipale.

Autore: Maurizio Di Biagio

Fonte: ilmessaggero.it, 16 nov 2019

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