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SAN PIETRO AL NATISONE (Ud). Il riparo di Biarzo.

È una cavità che si apre nei conglomerati fluviali affioranti lungo la sponda sinistra del torrente Natisone e venne scoperta come località di frequentazione preistorica negli anni Ottanta dello scorso secolo, grazie all’attività del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano.
Il Museo Friulano di Storia Naturale e l’Università degli Studi di Ferrara condussero scavi stratigrafici tra il 1982 e il 1985, aprendo un sondaggio che si spinse sino alla profondità di 1,5 metri e che permise di indagare un interessante deposito con 6 livelli di frequentazione, compresi tra Paleolitico superiore e prime età dei metalli.
I vari livelli hanno restituito industrie in pietra scheggiata – sia in selce sia in cristallo di rocca – e in materia dura animale; dai soli strati più recenti provengono alcuni frammenti ceramici, che sono stati riferiti al Neolitico e all’età del rame. Sono state, inoltre, raccolte lungo quasi tutta la stratigrafia sostanze coloranti (minerali di ocra) e conchiglie forate.
L’ambiente e le attività svolte al Riparo di Biarzo sono documentate anche dai resti faunistici, tra cui mammiferi superiori, micromammiferi, pesci e molluschi, e dai carboni. Il solo livello Epigravettiano è stato datato al radiocarbonio e ha restituito la seguente data: 11.150 ± 150 BP (R-1850).

Arpone-in-materia-dura-animale-dal-livello-3-del-Riparo-di-Biarzo

Il museo ha recentemente promosso, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia ed Evoluzione – Sezione di Paleobiologia, Preistoria e Antropologia dell’Università degli Studi di Ferrara, il riesame di alcune categorie di reperti, anche alla luce delle nuove opportunità che la scienza offre alla comprensione dei contesti preistorici.
Nell’ambito di questo progetto è stata condotta a termine l’analisi funzionale dei manufatti in pietra scheggiata epigravettiani a cura di Sara Ziggiotti ed è in corso il riesame del campione faunistico.
Bibliografia di riferimento:
BRESSAN F. & GUERRESCHI A. 1980 – Il Riparo di Biarzo. Notiziario extraregionale, Preistoria Alpina, 16, pp. 126.
BRESSAN F., CREMASCHI M. & GUERRESCHI A. 1982 – Nuovi dati sulla preistoria in Friuli: Il Riparo di Biarzo (scavi 1982), S. Pietro al Natisone (Udine). Gortania – Atti del Museo Friulano di Storia Naturale, 4, pp. 65-86.
GUERRESCHI A. (a cura di) 1996 – Il sito preistorico del Riparo di Biarzo-Valle del Natisone, Friuli. Edizione del Museo Friulano di Storia Naturale, Pubblicazione n. 39. Udine.

Fonte: www.udinecultura.it, nov 2015

Quegli animali addomesticati che sono “made” in Friuli.

I suini addomesticati non sono arrivati in Europa dal Vicino e Medio Oriente, come si credeva fino a ora, ma potrebbero essere stati presenti nel vecchio continente ben 2000 anni prima. La scoperta, pubblicata questo mese sulla rivista internazionale Scientific Reports, del prestigioso gruppo editoriale Nature Publishing group, parte proprio dal Friuli dove sono state condotte delle ricerche su numerosi campioni faunistici provenienti da un sito preistorico pluristratificato, il Riparo di Biarzo, ubicato nelle Valli del Natisone.
riparoBiarzoQuesto sito, che è stato scavato molti anni fa dagli archeologi dell’università di Ferrara e del Museo friulano di storia naturale di Udine, è stato sottoposto negli ultimi anni a numerosi approfondimenti che hanno permesso di chiarire molti punti della preistoria del territorio friulano e non solo. Lo studio genetico dei campioni di cinghiale di riparo Biarzo è stato coordinato da Martina Lari, ricercatrice in Antropologia nel dipartimento di Biologia dell’università di Firenze, e da Giorgio Bertorelle, professore associato di Genetica al dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie dell’università di Ferrara. Lo studio archeozoologico e tafonomico dell’insieme faunistico di riparo Biarzo è stato coordinato da Matteo Romandini, assegnista di ricerca in Scienze preistoriche e antropologiche del dipartimento di Studi umanistici dell’università di Ferrara, e l’inquadramento cronologico culturale dei campioni da Paola Visentini, sezione Paletnologica e antropologica dei Civici musei del Comune di Udine.
Con il Riparo di Biarzo, per la prima volta è stato possibile analizzare alcuni campioni di suini antichi provenienti da un unico sito e da una stratigrafia ininterrotta, che va dal Paleolitico fino al Neolitico, quasi senza soluzione di continuità. Una caratteristica unica per questa ricerca che, utilizzando il Dna mitocondriale, una piccola porzione del genoma che si trova non all’interno del nucleo delle cellule, ma nei mitocondri, ha potuto caratterizzare le sequenze genetiche dei resti di questi suini in una prospettiva esclusivamente diacronica.
In base alle evidenze archeologiche finora note, infatti, la domesticazione dei suini a partire da esemplari selvatici è iniziata nel Vicino Oriente, per poi diffondersi in tutta Europa. A differenza di altri animali domestici, come a esempio capre e pecore i cui progenitori selvatici sono presenti solo in aree circoscritte del Vicino e Medio Oriente, i suini sono, ed erano, ampiamente diffusi in Europa. Per questo motivo, non si può escludere che anche domesticazioni di suini localizzate in differenti parti d’Europa siano avvenute indipendentemente. Dall’analisi diacronica effettuata grazie ai campioni di Riparo di Biarzo, si è dimostrato quindi che le sequenze genetiche precedentemente associate all’arrivo durante il Neolitico dei maiali domesticati nel Vicino Oriente, erano in realtà già presenti in Friuli ben più di 2000 anni prima dello sviluppo della cultura neolitica, e che cambiamenti repentini delle caratteristiche genetiche di questi animali possono essere avvenuti nel passato indipendentemente dall’azione dell’uomo.
Alla luce di questi dati, la storia delle moderne razze suine europee potrebbe quindi essere semplificata in un continuo processo di domesticazione locale senza la necessità di una brusca e improvvisa introduzione di animali esotici provenienti dal Vicino Oriente.

Fonte: www.messaggeroveneto.it, 12 nov 2015

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