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RONCIGLIONE (Vt). Una Venere nelle acque del lago di Vico.

Dalla fine del 2016 a quest’estate la siccità ma anche il caldo anomalo hanno colpito marcatamente, fino a provocare l’abbassamento del livello del lago di Vico.
Le cronache mediatiche estive concentravano l’attenzione soprattutto sul lago di Bracciano e la conseguente emergenza idrica della capitale, che in parte capta l’acqua potabile dello specchio lacustre, tramite l’acquedotto papalino. Quello che accade in piena emergenza, è che nel lago di Bracciano emergono a vista diversi ordigni bellici di varie dimensioni.
Nel lago di Vico, invece, succede una cosa straordinaria: i raggi del sole, a causa del basso livello delle acque, penetrano in profondità e illuminano dando vita a una meravigliosa statua.
L’importante scoperta, quindi, è senz’altro figlia dei cambiamenti climatici.
Questa estate, infatti, una foto di Michele Bondini, che ringrazio, cattura la mia attenzione. Michele è stato il primo a fotografare dalla superficie la statua.
Il giorno dopo avevo già indosso la muta da sub e dopo alcune ore di tentativi falliti, su un fondale relativamente basso, la bellezza di una figura femminile inebria i miei occhi.
Rimango immobile, sospeso a mezz’acqua, folgorato da un’energia di luce difficile da descrivere. I raggi del sole e il lento movimento ondoso creavano tutt’intorno un alone magico. Mi riprendo dalla sbornia di cotanta bellezza, accendo la mia camera subacquea e comincio a filmare, a fare foto da tutte le angolazioni, le giro intorno più volte.
Quello che vedo in quel momento è una statua dalle dimensioni importanti, forse 1 metro, 1 metro e 50, una figura femminile a seno nudo, in ginocchio tiene nella mano destra una giara per l’acqua, la mano sinistra distesa sulla coscia, una ciocca di capelli scende su un lato.
Poggia su un basamento di notevoli dimensioni, sembra ancorata al fondale. L’impressione è che si tratti di una Ninfa in terracotta. In origine probabilmente aveva uno strato superficiale bianco, forse smaltato.
Era legata al culto dell’acqua, tuttavia i capelli sciolti non ricordano i canoni classici? Dal mito greco prende la snellezza, il corpo giovane, l’armonia della forma. Si possono azzardare ipotesi e sognare è lecito: che si tratti della ninfa Egeria, una delle ninfe Nàiadi o delle Lìmnadi o la Venere del Lago di Vico, poco importa oggi, in attesa di studi approfonditi, inondiamoci della sua bellezza.
Che si tratti della ninfa incontrata da Ercole nel lago nell’undicesima fatica “I pomi d’oro nel giardino delle Esperidi”?
I pomi crescevano in un albero del giardino, erano il regalo nuziale di Zeus ad Era, erano custodite dal drago Ladone e dalle tre esperidi, figlie del titano Atlante. Il re Euristeo aveva incaricato Ercole di prendere i pomi ma durante la sua impresa Ercole si fermò sulle rive di un lago a riposarsi, dalle acque del lago emerse una ninfa che chiese ad Ercole il motivo della sua stanchezza. L’eroe disse alla ninfa che stava cercando il giardino delle Esperidi e la ninfa consigliò di rivolgersi a Nereo. Come sappiamo da un affresco di Palazzo Farnese a Caprarola il mito di Ercole è ben presente in loco, perché con la sua clava diede origine al Lago di Vico.
Continuando a sognare e a suggestionarci, ci sono alcuni aspetti che colpiscono, come i capelli e la loro forma, la sinuosità delle linee, il volto, le proporzioni perfette: ti prende dentro e va dritto al cuore. Dopo la prima immersione, non pensavo che a lei, alla ninfa… alla Venere.
Con le idee confuse, sono ritornato per tre volte ad immergermi ed ogni volta tornavo a casa carico di bellezza armonica che scorreva nelle vene.
La Venere del lago di Vico non è solo leggenda, è reale e tutti devono aver modo di ammirarla.

Autore: Dario Mazzalupi

Fonte; www.tusciaweb.eu, 22 dic 2017

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