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ROMA: Nel vivo il processo Getty Museum.

Reperti archeologici trafugati in Italia e rivenduti negli Stati Uniti.

Con la costituzione di parte civile della Regione Sicilia, di Italia Nostra e di un privato, che si aggiungono all’Avvocatura dello Stato, e l’esame di una raffica di eccezioni preliminari, è entrato nel vivo, a Roma, il processo per la vicenda dei beni archeologici trafugati in Italia, ripuliti in Svizzera e rivenduti al Paul Getty Museum di Los Angeles.

Due gli imputati: Marion True, ex curatrice del museo che, ieri, per la prima volta, è comparsa in aula, e l’intermediario svizzero Emanuel Robert Hecht. Associazione per delinquere, ricettazione, reati specifici relativi al commercio di beni archeologici e omessa denuncia di reperto le contestazioni mosse ai due dal pm Paolo Ferri. Prima della definizione delle parti civili, il collegio della sesta sezione del tribunale, presieduto da Gustavo Barbarinaldo, ha disposto la restituzione di alcuni atti al pm affinché proceda per soppressione di atti poiché nel fascicolo non è presente in modo completo (la pagina è strappata) la relata di notifica del capo di imputazione consegnato a Hecht.

Il tribunale ha poi respinto due eccezioni: una riguardante l’incompatibilità del gup Guglielmo Muntoni, magistrato che ha disposto il rinvio a giudizio dei due imputati e che il 4 marzo scorso condannò a dieci anni di reclusione con il rito abbreviato Giacomo Medici, romano residente a Ginevra, ritenuto dall’accusa il più grande trafficante italiano di reperti archeologici trafugati dai tombaroli.

La seconda riguardante alcune presunte imprecisioni del capo di imputazione. Gli avvocati difensori hanno eccepito anche altre questioni, come la presenza nel fascicolo processuale di alcuni atti. Per l’accusa Marion True, fino al 1998 responsabile delle acquisizioni, dell’esposizione e della conservazione del dipartimento archeologico del Paul Getty Museum, avrebbe acquistato, tramite alcuni intermediari, una trentina di opere d’arte di provenienza illecita pur sapendo che si trattava di beni archeologici trafugati da tombaroli.

Recentemente tre opere sono state riconsegnate dal museo all’Italia. Delle successive eccezioni preliminari sollevate dalla difesa, una delle quali riguardanti la riunione del procedimento a un altro concernente sempre il traffico di reperti archeologici, il tribunale ha accolto solo quella relativa all’esclusione dal fascicolo processuale di alcuni atti allegati alla memoria del pubblico ministero e alle rogatorie internazionali svolte durante l’inchiesta.

È stato, inoltre, stilato il calendario delle prossime udienze: 5 e 16 dicembre; 13 gennaio; 8 febbraio; 8 e 29 marzo; 7 e 26 aprile, 31 maggio e 21 giugno.

Marion True ha lasciato l’aula della sesta sezione senza rilasciare dichiarazioni.

Fonte: Il Tempo.it 17/11/2005

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