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RIVIGNANO (Ud): La terra restituisce una fabbrica. Recuperati una sessantina di pezzi con tanto di marchio.

Stallani, Aratri, Caecili Flaviani sono nomi dal suono antico che all’orecchio di oggi non dicono niente, ma che diversi secoli fa dovevano essere l’optimum dei materiali edilizi nella zona.

Le tracce lasciate dalle ditte sono state rinvenute a Flambruzzo, dove sta venendo alla luce in un ameno angolo campestre un’antica fornace. Qui si sono cotti per oltre due secoli, dal primo avanti Cristo al primo dopo Cristo, mattoni, tegole e laterizi in genere, che con molta probabilità erano smerciati lungo il fiume Stella allora navigabile, e qui lavoravano gli antenati dei nostri artigiani quando ancora il saluto era “Ave” e la lingua comune il latino.

Da due anni gli archeologi lavorano sotto la calura estiva a colpi di piccone sulla dura argilla, per veder prendere forma quella che doveva essere una fiorente attività produttiva, vasta almeno dieci mila metri quadri e comprendente anche una villa residenziale. L’area degli scavi è circoscritta solo a una parte del complesso, mentre la restante giace sepolta sotto ad un vigneto. Finora sono state individuate due volte di rispettivi forni e un prefurnio, ovvero un corridoio d’accesso alla camera di combustione dove mettevano il legname.

Diverse, poi, le tegole, i mattoni e i frammenti di ceramiche avvistati in loco, una sessantina dei quali con in calce il marchio di fabbrica di una decina di produttori diversi. L’equipe, guidata dalle responsabili del progetto Tiziana Cividini e Paola Maggi con il coordinamento della Soprintendenza ai beni archeologici del Friuli, era formata da una decina di persone con la presenza anche di studenti provenienti dalle Università di Trieste e di Udine. Lo scavo, promosso e finanziato dal Comune di Rivignano con il contributo di privati tra cui il proprietario del terreno Forgiarini, si avvale anche del finanziamento della Provincia. “L’auspicio è che il prossimo anno si andrà avanti – riferiscono le responsabili – Le premesse ci sono. il Comune è sensibile”.
Fonte: Il Gazzettino on-line 02/08/05
Cronologia: Arch. Romana

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